lunedì 2 aprile 2012

Il momento buono del Grottaglie

La marcia prosegue: terzo risultato pieno di fila. Il Grottaglie riemerge: nei sentimenti della tifoseria, prima ancora che in classifica, ancora sostanzialmente deficitaria. Eppure, sembra una domenica di normale difficoltà. La Viribus, al D'Amuri, si veste da squadra vera: perchè gioca la palla e occupa il campo, calandosi nel suo modulo inconsueto (3-3-3-1 in fase di possesso, o - se preferite - 3-3-4). L'Ars et Labor, che due vittorie di seguito hanno rilanciato, si sorprende senza farsi intimidire a lungo. E, appena può, ruggisce. La gente di Pizzonia, all'interno del match, non possiede continuità, ma si anima con momenti di brillantezza: forse, è un segnale di crescita anche questo. Che la squadra intende valorizzare, perseguendo quello che è diventato l'obiettivo principale: mettere, tra sè e la terz'ultima, quel margine di punti (almeno otto) utile per evitare i playout, ai quali altrimenti sarebbe difficile sfuggire. E' vero però che la brillantezza (De Angelis e Lucà pungono abbastanza) necessita del nutrimento del ritmo, un dettaglio ancora inespresso. Accade però che il match, prima di scivolare lentamente e malgrado l'avversario non scalfisca lo spessore della propria organizzazione, cambi strada: prima Salvestroni s'inventa un destro secco e potente e poi De Angelis trasforma un penalty corredato di espulsione. Episodi che, alla fine, determinano il risultato (finisce due a uno). Lasciando un sapore buono, al di là della vittoria. Se non altro, perchè, oggi, questo è un colletivo presente nel vortice della battaglia e non più avulso dal contesto in cui viveva e vive. Guardandosi indietro, non è poi neanche poco.