martedì 3 aprile 2012

La stizza del Foggia e la stanchezza del Taranto

Un uomo in meno e un gol di vantaggio, siglato dagli undici metri. Quegli stessi undici metri che sembrano penalizzare l'avversario: prima, un altro calcio di rigore è stato sprecato. Dopo aver acceso la polemica: perchè il Foggia, a Taranto, si rinzela a match appena sbocciato. La spinta di Traoré (su Alessandro) è, del resto, debole, debolissima. E la conseguente espulsione del coloured inasprisce il gap. Eppure, tutto sembra capovolgersi: è la squadra di Stringara a passare per prima, malgrado l'inferiorità numerica. Solo che gli jonici, meglio dotati, ma non eccessivamente più brillanti, sanno invertire la tendenza e inseguire il successo, trovandolo. Due a uno: i dauni contestano le modalità di un derby interessante nella prima mezz'ora e decisamente più grigio dopo. Recriminando sui provvedimenti disciplinari (ad un certo punto, si gioca nove contro undici) e pure sulla tempistica con cui vengono sdoganati (il terzo cartellino rosso del match, per il tarantino Sciaudone, piove solo al novantesimo, quando non c'è più tempo per rimediare). Di contro, il Taranto ritrova il successo dopo sei pari di fila, escluso quello di Como, domenica l'altra (si dovrà rigiocare). Senza liberarsi, peraltro, di quell'appannamento che lo stringe da un paio di mesi. E che spinge il suo presidente a dissociarsi dall'interpretazione della gara fornita dalla squadra. Un modo come un altro, questo, per sugellare l'ennesima settimana movimentata della stagione: culminata con le dimissioni del vicepresidente e la conferenza stampa congiunta di giocatori e società, utile per affermare la ritrovata coesione e per pubblicizzare il pagamento delle mensilità arretrate. Un dettaglio che, adesso, pare sottrarre alla squadra le preoccupazioni, ma anche le attenuanti. Ma che non riesce a limare il peso delle minacce (della punta Guazzo, verso un operatore dell'informazione) e delle accuse incrociate (tra lo stesso D'Addario e un vecchio tesserato, Galigani: al quale il patron ha sostanzialmente intimato di non intromettersi nella vita del club). Il tutto mentre la Ternana s'inceppa ancora e il disavanzo dalla vetta si riduce a cinque punti e, virtualmente, a due (la gente di Dionigi deve recuperare un match). Ancora troppi, in considerazione della seconda penalizzazione che arriverà il dodici aprile. Cioè, di una condizione ineluttabile che ha già ostacolato e che continuerà a disturbare un collettivo da rispettare, ma anche mentalmente stanco e psicologicamente un po' logorato.