giovedì 3 maggio 2012

Andria, aprile felice

La crescita dell’Andria, coincisa con il mese di aprile, ha decisamente rivalutato il profilo di una squadra vicina, ad un certo punto della stagione, al collasso. E, come quasi sempre accade, la lievitazione del modulo e dei singoli ha finito per influire direttamente sulla classifica. A novanta minuti dai primi verdetti, la formazione di Cosco è invidiabilmente avanti a sei concorrenti dirette (nell’ordine, Triestina, Latina, Feralpisalò, Piacenza, Prato e Bassano) per la salvezza: quanto basta per cercare la vittoria all’ultimo chilometro, senza doversi preoccupare di quello che faranno gli avversari. Evitare i playout, cioè, oggi non sembra affatto disagevole: anche per la situazione di assoluta tranquillità in cui veleggia il Portogruaro, che scende in Puglia domenica. Pochi, pochissimi inguaribili ottimisti avrebbero rischiato questa ipotesi, appena un mese fa. Segno evidente che una quadratura, seppur tardiva, dell’impianto di gioco sfocia puntualmente nel conseguimento dei risultati e di un obiettivo. Obiettivo che l’Andria adesso intravede dopo aver sofferto dentro e fuori del campo. E che, paradossalmente, si materializza al culmine di un delicato processo di rivisitazione societario (il presidente Fusiello è dimissionario, adesso c’è un amministratore delegato che opera al suo posto, ma rimane il proprietario del club e, quanto prima, dovrà cedere le proprie quote a chi si dimostrerà interessato). Sfruttando, chissà, anche quella calma più o meno apparente che, dopo la contestazione della tifoseria al massimo dirigente, ha accarezzato l’ambiente e, di riflesso, chi scende in campo. Niente accade per caso: il pallone, certe volte, è scienza quasi esatta.