domenica 6 maggio 2012

Il Lecce crolla davanti al traguardo



Il Lecce crolla davanti al traguardo. E, malgrado l'impresa di metà settimana (pari sul terreno della Juve quasi campione), vede allontanarsi la quota salvezza. La partita da vincere, contro la Fiorentina, viene persa. E il match che salva artitmeticamente i viola sembra condannare i salentini. Che, adesso, attendono il risultato del Genoa, che oggi (sì, oggi: perchè non programmare contemporaneamente i due incontri?) viaggia verso Udine. La speranza, cioè, resiste: anche se la logica costringe al pessimismo. Il divario dai liguri, ormai gli unici che concorrono con la formazione di Cosmi per evitare la terz'ultima piazza, è penalizzante: tre punti. Ma, dopo questa tornata, rimane solo una giornata: e gli spazi, inevitabilmente, si restringono. Il Lecce, si diceva, crolla. Forse anche per stanchezza. Psicologica. Troppi mesi vissuti a rincorrere, del resto, logorano. Seppure faccia un certo effetto quella flessione che arriva nel momento in cui, invece, l'entusiasmo ritrovato dovrebbe sorreggere e spingere gli audaci. Così come stonano quei bisbigli antipatici, che raccontano di un clima, all'interno del gruppo, non eccessivamente sereno. O, nel migliore dei casi, fortemente insidiato dallo stress. Fallire la prova decisiva (o quasi). tuttavia, è argomento scomodo. Che, da solo, oscura la recente cavalcata di una squadra resuscitata in primavera. Ma, evidentemente, depotenziata anche dalla vicinanza di troppe gare nell'arco di pochissimi giorni. Tre volte in campo in una settimana: moltissime, per chi non è abituato. E, soprattutto, per chi si gioca la vita. Un salasso energetico, ma pure nervoso: che il Lecce non ha saputo governare. Malgrado la richiesta (legittima) di posticipare l'impegno con la Fiorentina. E di uniformarsi al resto della serie A. Richiesta inutile: perchè la Lega non ascolta, quando non vuole sentire. E quando non sa (o non può) liberarsi dalla morsa delle proprie convenienze, indispettendo. Perdendo altro credito. E mancando di rispetto.