martedì 22 maggio 2012

E, all'improvviso, il fallimento di una stagione

Il Bari non c'è più. Lo conferama anche l'ultima prestazione, quella di Vicenza. Non c'è più: nel senso che non risponde alle sollecitazioni e agli input del campionato. Un campionato che sta finendo, ma che non è ancora finito. Mancano appena novanta minuti, vero. Ma la formazione guidata da Torrente non è affatto certa della salvezza aritmetica. Da non credere. La quota tranquillità era considerata inattaccabile, due mesi fa. E anche meno. E, invece, la squadra si è liquefatta di fronte ai personalismi, all'inconsistenza degli stimoli, all'imborghesimento e a chissà cos'altro. Sperperando il corposo vantaggio sulla quint'ultima, cioè l'Empoli. Che, sabato, potrebbe addirittura agguantare il Bari: almeno teoricamente. Il calendario, tuttavia, soccorre Caputo e compagni: sottoponendo, nell'ultima fatica della regular season, il già retrocessio Gubbio. Il problema, semmai, è un altro: davanti alla propria gente, questa squadra non ha mai brillato, nel corso dell'intera stagione. E il particolare comincia ad inquietare. Quasi quanto la questione calcioscommesse, che sta per deflagrare. E che rischia di condannare il club di strada Torrebella. Da sùbito. Perchè un'eventuale (e anche mite) nuova penalizzazione, ora che la graduatoria si è accorciata notevolmente,  potrebbe scaraventare direttamente in terza serie una squadra che si è cullata sul risultato del campo, senza preoccuparsi del futuro prossimo. Che si è accontentata del minimo indispensabile, senza lungimiranza. E che si è considerata al riparo dalle critiche in virtù dei cinquantatre punti sin qui conquistati (quarantasette più i sei già oscurati dalla giustizia sportiva). Senza considerare che le circostanze, questa volta, chiedevano di più, molto di più. Quelle stesse circostanze che, oggi, infieriscono: spiegando quanto il torneo del Bari sia diventato, quasi all'improvviso, fallimentare.