mercoledì 11 settembre 2013

Lecce, partenza choc


Partì forte, fortissimo. Ammanettando il campionato per qualche mese. Poi, l’anno scorso, il Lecce rovinò vicino al traguardo: prima nella regular season e, successivamente, ai playoff. Grandi numeri, dicemmo. Ma scarso sacrificio, tante volte. Quest’anno, nel progetto avallato dal nuovo coach Moriero, c’è forse meno qualità diffusa (anche se i big non mancano affatto: Miccoli e il riconfermato Bogliacino su tutti) e più gente che sa lavorare di quantità. L’approccio alla stagione, però, è totalmente differente: due sconfitte su due. Una a Salerno (ci può persino stare, contro una pari grado) e l’ultima a domicilio, di fronte all’Aquila (caduta triste, conseguenza diretta di un match molle). Per un club ed una formazione che puntano dichiaratamente alla serie B, è già troppo. Immaginiamo lo stato d’animo della famiglia Tesoro, che non si è risparmiata neanche l’autocritica, presentando le proprie scuse per la prestazione inguardabile della squadra. E immaginiamo quello della gente che tifa. Tradita da un Lecce che, domenica, dopo essere entrato in partita abbastanza tardi, si è lasciato travolgere dalla foga e, dunque, dall’imprecisione. Certo, aggredire la serie C e poi non arrivare all’obiettivo, come nel passato recente, serve a poco. E resta l’auspicio di un collettivo che deve solidificarsi, in attesa di appaltare un rush finale convincente. Ma quello salentino sta diventando un ambiente calcisticamente caldo: molto più di un tempo. E, se le polemiche, non solo sotterranee, hanno minato la parte centrale e quella conclusiva del tragitto dello scorso campionato, accompagnandolo verso un destino orribile, adesso rischiano di minacciarlo da sùbito. Puntando il coltello addosso a Moriero, cioè l’anello più debole della catena. Che, in mancanza di risultati, neppure la sua stessa genuina e profonda salentinità potrà preservare a lungo.