lunedì 16 settembre 2013

Un derby che non chiarisce


Non sempre quel che sembra è. Spesso, il risultato sovverte gli equilibri che il campo sta disegnando. Soprattutto se, nel mezzo, scivola un derby di tradizione. In cui la seconda parte della commedia racconta una storia diversa. Consegnando un epilogo inatteso soltanto alla metà del percorso. Tra Monopoli e Bisceglie va così: un tempo per ciascuno. Ma i tre punti si sistemano nella classifica di Lanzillotta e compagni. Prima imballati e vaghi, poi solleticati da un vantaggio episodico e, infine, maturati alla distanza. Tanto da lamentare la mancata legittimazione del vantaggio acquisito. E, per almeno sette giorni, liberati da ogni oscuro pensiero. Certe sensazioni, tuttavia, stagnano. Riassumiamole così: da principio il Bisceglie è più sciolto, più reattivo, più pronto. La sua manovra è più pulita, più fluida. Vero: non sgorgano azioni di rilievo, ma la formazione di Bitetto tiene bene il campo e si regge alto. Il Monopoli si fa schiacciare, si impigrisce, non pulsa. Nel mezzo, non propone: anche perché difetta un catalizzatore di gioco (Laboragine giostra da punta esterna, costringendo Strambelli a retrocedere in mediana). Il discorso ci suggerisce, tra parentesi, una domanda: ma, considerate le caratteristiche dei singoli, è davvero necessario sistemarsi con un centrocampo a tre? Ripresa: proprio Strambelli, dopo nemmeno quattro minuti, si fa trovare ai limiti dell’area, offrendo compiutezza ad un errato disimpegno difensivo di Allegrini. Il gol, come si dice, spacca la partita. Ne devia il flusso. E determina il destino del match. Bloccando e confondendo il Bisceglie, che si smonta e si rapprende. E confortando la squadra di De Luca, che adesso si fa preferire sotto il profilo della densità e dell’intensità. Due ingredienti che permettono di gestire il derby sino in fondo. E di mancare il raddoppio un paio di volte. Fuori dai novanta minuti, cioè, schizzano due collettivi ancora inespressi. E ancora acerbi per discutere la propria candidatura al traguardo pubblicizzato (frettolosamente?) dalle rispettive società. Anzi, per dirla tutta – e limitandoci alle cose del Monopoli – ci sembra addirittura che la pressione sviluppatasi attorno stia innervosendo e infastidendo il gruppo. Che, probabilmente, non dispone neppure degli argomenti più appropriati per contendere il primo posto ad altre realtà più corazzate. Forse, sventolare sin dall’avvio della stagione le ambizioni di promozione non è stata un’ottima idea.