Non sempre quel che sembra è.
Spesso, il risultato sovverte gli equilibri che il campo sta disegnando.
Soprattutto se, nel mezzo, scivola un derby di tradizione. In cui la seconda
parte della commedia racconta una storia diversa. Consegnando un epilogo
inatteso soltanto alla metà del percorso. Tra Monopoli e Bisceglie va così: un
tempo per ciascuno. Ma i tre punti si sistemano nella classifica di Lanzillotta
e compagni. Prima imballati e vaghi, poi solleticati da un vantaggio episodico e,
infine, maturati alla distanza. Tanto da lamentare la mancata legittimazione
del vantaggio acquisito. E, per almeno sette giorni, liberati da ogni oscuro
pensiero. Certe sensazioni, tuttavia, stagnano. Riassumiamole così: da principio
il Bisceglie è più sciolto, più reattivo, più pronto. La sua manovra è più
pulita, più fluida. Vero: non sgorgano azioni di rilievo, ma la formazione di
Bitetto tiene bene il campo e si regge alto. Il Monopoli si fa schiacciare, si
impigrisce, non pulsa. Nel mezzo, non propone: anche perché difetta un
catalizzatore di gioco (Laboragine giostra da punta esterna, costringendo
Strambelli a retrocedere in mediana). Il discorso ci suggerisce, tra parentesi,
una domanda: ma, considerate le caratteristiche dei singoli, è davvero
necessario sistemarsi con un centrocampo a tre? Ripresa: proprio Strambelli,
dopo nemmeno quattro minuti, si fa trovare ai limiti dell’area, offrendo
compiutezza ad un errato disimpegno difensivo di Allegrini. Il gol, come si
dice, spacca la partita. Ne devia il flusso. E determina il destino del match.
Bloccando e confondendo il Bisceglie, che si smonta e si rapprende. E
confortando la squadra di De Luca, che adesso si fa preferire sotto il profilo
della densità e dell’intensità. Due ingredienti che permettono di gestire il
derby sino in fondo. E di mancare il raddoppio un paio di volte. Fuori dai
novanta minuti, cioè, schizzano due collettivi ancora inespressi. E ancora
acerbi per discutere la propria candidatura al traguardo pubblicizzato (frettolosamente?)
dalle rispettive società. Anzi, per dirla tutta – e limitandoci alle cose del
Monopoli – ci sembra addirittura che la pressione sviluppatasi attorno stia
innervosendo e infastidendo il gruppo. Che, probabilmente, non dispone neppure degli
argomenti più appropriati per contendere il primo posto ad altre realtà più
corazzate. Forse, sventolare sin dall’avvio della stagione le ambizioni di
promozione non è stata un’ottima idea.