lunedì 2 settembre 2013

Monopoli, tanto lavoro e vittoria di misura


La nuova versione del Monopoli è un 4-3-3 che costruisce molto e fa viaggiare il pallone. Nel solco del progetto tattico e tecnico della passata stagione. L’immagine della formazione riaffidata a De Luca non è affatto stravolta (qualche innesto estivo, qualche partenza, blocco solidificato), quindi offre garanzie ampie di tenuta. E di subalternità alle big riconosciute del torneo (Turris, Matera, Taranto, Brindisi). Ma la prima uscita di campionato (uno a zero sul Manfredonia, al Veneziani) è un test tutt’altro che agevole. Il successo è garantito dall’acuto di Amato (prova lucidissima, gol a parte), a metà della ripresa: eppure persiste l’impressione che la disparità numerica (il sipontino Romito si fa cacciare per doppia ammonizione, prima dell’intervallo) finisca per influire, alla lunga, sullo score finale. Parte convinto, il Monopoli. Montaldi, rientrato alla base pochi giorni prima dello start, in fondo ad una preparazione precampionato consumata in Calabria, con l’Hinterreggio, è subito pericoloso. La squadra tutta sembra conoscere attentamente il copione: calcio largo, accelerazioni, penetrazioni. Sgorgano diverse opportunità, che la disciplina e l’organizzazione del Manfredonia (formazione sufficientemente esperta e ordinata, ben assemblata dal lavoro di Cinque, puntuale nelle ripartenze) faticano ad arginare: per venti minuti abbondanti. Se Montaldi lavora principalmente di quantità, Strambelli e Di Rito appaiono però indietro, sotto il profilo dell’intensità. E la formazione di De Luca denuncia qualche ritardo negli ultimi metri. Cioè: tanta fatica, scarso reddito. L’allontanamento di Romito, poi, spinge l’avversario a tutelarsi maggiormente e a restringere gli spazi. Il Monopoli continua a fare la gara, ma con lo scorrere del tempo si riscopre anche meno brillante. La seconda frazione di gara è sicuramente meno densa della prima: e ci sta anche questo. Ma il gol, infine, allontana qualche dubbio. Dunque, il Monopoli è già squadra. E, dotandosi di maggior concretezza, potrà anche divertirsi. E, perché no, divertire. Il primo esame e complessivamente superato: ma attendiamo la controprova. Parlare a settembre è sempre rischioso.