martedì 22 ottobre 2013

Grottaglie, ora Bosco rischia



Partenza più che decente: qualche punto, anche pesante, buone recensioni raccolte qua e là e, soprattutto, un paio di successi di spessore e di prospettiva (quello sul neutro di Matera, nella casa temporanea del San Severo, e quello di Francavilla sul Sinni, di fronte a due concorrenti dirette della lotta per la sopravvivenza). Poi, l’infiacchimento: dell’intensità, della concentrazione. E la flessione: comportamentale, ma anche tecnica. Il Grottaglie, cioè, recupera in fretta quelle posizioni di classifica a cui gli osservatori l’avevano obbligata, in sede di previsione: sull’orlo del burrone. E’ il destino amaro di una società che non può concedersi spese suppletive, di una squadra costruita in sana economia e che, anzi, è persino riuscita a dotarsi di qualche possibilità in più del previsto. Senza, però, corazzarsi di grandissima esperienza complessiva e di fantasia facilmente spendibile. La composizione del suo calendario, tuttavia, spiega qualcosa: più soft in avvio, si è indurito con il passare delle giornate. Nelle ultime due settimane, l’Ars et Labor ha incrociato la strada di Matera e Monopoli, ad esempio (risultato: due sconfitte). E, peraltro, va incontro al derby di Taranto (domenica prossima, allo Iacovone). E, questa, un’attenuante da considerare, oggettivamente. Anche se è difficile negare quello scollamento con la realtà che lo stesso Bosco, il tecnico, ha denunciato già un paio di settimane addietro. E che pure il club ha riconosciuto: addossando la responsabilità anche e soprattutto all’infinita trattativa tra l’attuale gruppo dirigente e la cordata Picchierri, intenzionata a rilevare le quote sociali (l’impressione, però, è che il passaggio di consegne non decollerà mai: tanto che il colloquio è stato interrotto per la seconda volta, forse definitivamente). In sintesi: realisticamente, al Grottaglie mancano i punti persi in casa con la Gelbison, concorrente alla portata. O con il Gladiator. Non certo quelli di Matera. O quelli lasciati al Monopoli, seppur in coda ad una gara interpretata con scarso vigore. In cui l’avversario si è imposto con la concretezza, più che con la manovra. Ora, ovviamente, è l’allenatore a rischiare. Bosco, per la verità, sembra aver dribblato l’esonero: almeno per questa settimana. Ma il responso del derby di Taranto dovrebbe essere indicativo. Anche se la prestazione dovesse essere soddisfacente, ci sembra di capire. A questo punto, tuttavia, diventa difficile spiegarsi la fiducia accordata - com’era giusto che fosse - al coach sin da agosto e poi ritirata in coincidenza con le partite ragionevolmente più impegnative. A meno che, ovviamente,  il club non ritenga l’allenatore responsabile dell’atteggiamento rilassato dell’organico, da un po’ di tempo a questa parte. Del resto, a microfoni aperti, un difensore di lungo corso come Antonio Anglani raccontava una verità: quei punti, anche un po’ inattesi, raccolti in avvio di stagione potrebbero aver sovralimentato gli appetiti o allontanato l’ambiente dalle finalità dichiarate o, più semplicemente, dalla esigenze del campionato.