martedì 29 ottobre 2013

Il Lecce, finalmente



Cinque gol ad Ascoli diradano le nuvole. E si accodano ai punti raccolti da quando, in panchina, c’è Lerda. Il Lecce cresce: risultati e calcio prodotto confermano. Il fondo della classifica è decisamente più distante. I quartieri più nobili del campionato un po’ più prossimi (si viaggia appena una lunghezza sotto). Chiaro: adesso, nel Salento, sarebbe persino logico sbirciare spudoratamente verso i playoff. Ma, forse, per il momento sarebbe pure meglio non pensarci troppo: in attesa che Bogliacino e compagni acquisiscano un passo definitivamente deciso, regolare. In attesa, cioè, delle conferme che servono. Intanto, però, l’ambiente si è rasserenato un po’. Ritrovando tonicità, smalto, respiro. Il successo di domenica, peraltro, spinge a credere che il periodo più buio sia ormai sorpassato. E a constatare che la squadra sta cominciando a capire se stessa, a fidarsi delle proprie potenzialità. I punti, lo sappiamo, aiutano a carburare meglio: ma è anche vero che il Lecce, ora, sa cosa fare sul campo. Prendendo iniziativa, soprattutto. Ovvero, cercando di costruirsi da solo il destino che l’attende. Ad Ascoli, certo, sono due penalty di sèguito ad aprire la strada, che nel frattempo si fa insostenibilmente angusta per l’avversario. Ma la formazione di Lerda possiede il pregio di non confondersi e di non smarrirsi, come in passato. Dimenticando i suoi indisponibili (Miccoli, Sacilotto, Perucchini, Bencivenga) e riscoprendo Bogliacino, che firma una prestazione convincente. Come Zigoni, del resto. Il 4-2-3-1, sintetizzando, funziona meglio di altri moduli provati in precedenza. E, dunque, il coach comincia seriamente a solidificare il suo progetto tattico. Assolutamente determinante, una volta che gli atteggiamenti giusti sembrano recuperati. Possibilmente, per sempre.