Il Monopoli crede
compiutamente di poter ancora pretendere molto da se stesso. E il successo
recuperato a Grottaglie, nell’ultima trasferta, consolida certe convinzioni.
Scalfite, ma non per questo cancellate, appena una settimana prima: quando la
meno nobile Puteolana aveva imposto, al Veneziani,
il pari alla gente di Claudio De Luca. Questa volta, sull’erba di casa, si
presenta il Gladiator: giovane (in panchina solo under) e niente affatto abbottonato. Ancorché infiacchito da troppe
assenze. Un avversario che affronta l’impegno tenendo la palla a terra,
cercando di giocarla: e non solo per tenere lontano dalla propria area l’artiglieria
di casa. I casertani sono tutt’altro che inguardabili, per capirci. Ma, evidentemente,
assai poco corazzati alle intemperie. E, dunque, affondano troppo presto. Sì:
il Monopoli passa dopo dieci minuti (Montaldi), raddoppia dopo quattordici giri
di lancetta (deviazione di un difensore campano, su traversone secco di
Stambelli) e, al minuto venti, chiude definitivamente la questione (Di Rito).
Il match, dunque, smarrisce immediatamente ogni stimolo, si priva di
palpitazioni ed emozioni e veleggia placido, da sùbito, verso la sua naturale
conclusione, macerandosi nelle ovvietà di una situazione che non possiede più
alcuna storia. Non ci sono molte parole da aggiungere: chi gode del largo
vantaggio lo governa senza assilli, riducendo tensione e fatica. E chi si
ritrova sotto si accontenta di limitare i danni. Lo score, per la cronaca, cambia ancora nella seconda metà della
ripresa (va a segno anche il cloured
Adeshokan, appena inserito in luogo di Di Rito): ma non accade altro: davvero.
Successo facile: molto più facile del previsto. Che minimizza anche
l’indisposizione di Laboragine (ma sarebbe stato interessante confrontare in un
test più credibile il centrocampo
varato per l’occasione da De Luca, che schiera Marini al fianco di Lanzillotta
e Camporeale, a ipotetico vantaggio dell’equilibrio tattico). Eppure, le
notizie più liete arrivano in coincidenza della fine delle altre gare in
calendario: il Matera pareggia in casa, il Marcianise pure, il Brindisi perde.
Vince solo la Turris,
a Vico. Dunque, il Monopoli schizza in testa alla classifica, seppur in
coabitazione: a quota diciannove anche il Marcianise e, appunto, la Turris. In definitiva, la
domenica diventa affascinante. Perché la zona più nobile del campionato sembra
recuperare definitivamente la formazione adriatica: cioè una delle più attese,
alla vigilia. Attenzione, però: il girone resta assai livellato. E ancora non c’è
il collettivo che può scavare la differenza tra sé e il resto del gruppo. Il
confine tra chi precede e chi insegue è sempre più labile: facciamocene una
ragione. E, soprattutto, tutti possono battere chiunque. Sarà conveniente
ricordarsene. Inoltre, le vittorie troppo semplici possono persino fuorviare,
distorcere la realtà. Significa che il Monopoli non può cullarsi. Ecco, l’abbiamo
detto.