Chiarezza. Barletta e i barlettani
pretendevano esclusivamente chiarezza. E chiarezza è stata. Immediata, pronta
per l’uso. Le pratiche per il passaggio di proprietà del primo club cittadino
si delineano in fretta, nell’arco di pochi giorni. Roberto Tatò cede a costo
zero, come promesso. E cede un bilancio sano: cioè, senza debiti. Come più
volte vantato. Giuseppe Perpignano rileva soltanto gli oneri di gestione.
Accollandosi, oltre alle spese e agli ingaggi che verranno, anche il peso dei
contratti già stipulati. Nessun bluff:
né da una parte, né dall’altra. Altrimenti, la rapidità di esecuzione non si
spiegherebbe. Prendere atto di certi particolari è un dovere, innanzi tutto. E
onore all’imprenditore che lascia: stanco di delusioni e critiche, ma serio
sino in fondo. Il nuovo che avanza sembra persona pratica e motivata.
Perpignano conosce già il pallone: quello della serie D, quello del nord
(arriva da Rapallo, Liguria). Che, lo sappiamo bene, è altro mondo, altra cosa.
Però, ci mette sùbito entusiasmo e metodo. Allora, con solerte tempismo, ecco
pure il nome del tecnico e del diesse che lavoreranno sul Barletta, per il
Barletta: Marco Sesia e Marco Rizzieri. Anche loro arrivano da quell’universo
differente del calcio imbastito al settentrione: ma, intanto, è sin troppo
chiaro che la nuova società punti ad ottimizzare le settimane, a velocizzare
decisioni e strategie. La realtà quotidiana chiede, peraltro, molto di più. E
la managerialità va supportata ogni giorno da altre qualità. Ma a Barletta, per
il momento, non possono chiedere di meglio. Dal caos dell’incertezza all’agio
della tranquillità. E la certezza di potere difendere ancora la terza serie.
Tutto in poche ore. E’ andata proprio di lusso.