lunedì 12 maggio 2014

Playoff, derby di Puglia

Tempo di playoff. E’ il momento di esibire gambe e testa. E il Taranto, mentalmente, è più pronto del Marcianise, protagonista nella regular season, ma un po’ distante e non eccessivamente convinto nella lotteria degli spareggi di fine campionato. Che, forse, serviranno e, forse, no: ma che, intanto, andrebbero affrontati con più intensità e maggiore presenza scenica. Eppure, ad un certo punto del match, i casertani scoprono di poter rincorrere il risultato e, con un uomo in più (Pulci si fa espellere troppo presto: ancora una volta, la gente di Papagni si lascia tradire dalla foga, se non dalla tensione), intensificano il ritmo. Lo svantaggio di un gol, a quel punto, non sembra affatto incolmabile: anche perché il Taranto ha ormai ceduto troppo campo, avvertendo i sintomi di un timore diffuso. Ma la manovra della formazione di Fogliamanzillo si sfilaccia spesso sull’onda di una brillantezza ormai perduta. E, oltre tutto, l’imperizia del guardasigilli campano Imbimbo regala agli jonici un altro gol, il terzo: quello che praticamente chiude la sfida. Così Molinari e soci, non senza soffrire qualcosa, raggiungono nella finale del girone appulocampano di D il Monopoli, che nel frattempo, si libera della Turris. Ma il responso è, fondamentalmente, corretto: il Taranto offre qualcosa di più dal punto di vista della quantità. Malgrado le assenze copiose: tra le quali spicca quella di Ciarcià, l’unico centrocampista dell’organico sostanzialmente in grado di assicurare idee e un po’ di qualità. Che due mediani di filtro e fatica come Muwana e Menicozzo, ovviamente, non possono garantire. Allora, è soprattutto dalle corsie esterne (piacciono Mignogna e Migoni) che spuntano le cose migliori. Anche se, poi, la manovra lievita per una ventina di minuti e non di più: appena il Taranto, cioè, si dota di maggior rapidità e aggressività. E appena i suoi singoli scavano la differenza (storia vecchia). La storia, dunque, continua. E si torna in campo prestissimo: mercoledì, per la precisione. E in campo neutro (e a porte chiuse). Perché, intanto, il giudice sportivo squalifica lo Iacovone, turbolento prima e durante il match. Nonostante non sia ancora chiaro se i grossi petardi esplodono all’interno o all’esterno della struttura (poco importa: la responsabilità oggettiva del club permane in entrambe le ipotesi). Però, il derby con il Monopoli, tornato compatto e lucido al momento decisivo (cinque gol in trasferta fanno morale), sembra voler finalmente premiare il calcio pugliese di quinta serie, punito dalla maggior concretezza del Matera. Ma, soprattutto, la squadra che saprà imporsi tecnicamente. Certo, è il momento di sfruttare testa e gambe. Ma, a parità di motivazioni (che a jonici e adriatici non mancano, oggettivamente) potrebbe e dovrebbe decidere il calcio prodotto. Almeno per una volta. Ci sono tutti gli ingredienti per crederlo: e la cosa non ci dispiace.