martedì 13 maggio 2014

Lecce, pronostico rispettato

Partono i playoff, anche quelli di terza serie. E il Lecce risponde, da sùbito. Il primo step è superato, ma non senza apprensioni. La qualificazione al turno successivo è garantita solo dopo i calci di rigore: a via del Mare scende il Pontedera e il pareggio maturato nei tempi regolamentari e in quelli supplementari è insufficiente. Il terzo posto della regular season, del resto, concede qualche vantaggio, come il diritto a giocare sul proprio terreno di gioco: ma il passaggio del turno va pure guadagnato, in qualche maniera. Traducendo, si soffre. Com’è pure normale che sia. Il pronostico riceve il rispetto che pretende, però i toscani convincono complessivamente di più, sul piano della manovra. E, anzi, la formazione di Lerda deve aggrapparsi alla performance positiva del suo guardasigilli Caglioni, che blocca un paio di soluzioni toscane proprio in prossimità del novantesimo: quando, cioè, sarebbe venuto a mancare il tempo per rimediare. Il Lecce è sbiadito, un po’ svagato. E, probabilmente, l’atteggiamento tattico (una sola punta, Zigoni) finisce per inviare alla squadra un messaggio annacquato. Il Pontedera gode, ad un certo punto, di troppo campo e, più tardi, un calo fisico di Bogliacino e soci non agevola il compito. Ma, soprattutto, il problema sembra mentale: magari, è proprio quel vantaggio dettato dalla classifica ad irretire il gruppo. A limitarlo. A frenarlo. E anche la consapevolezza di essersi cuciti addosso un finale di stagione particolarmente brillante allontana l’essenza della realtà. Ad ogni modo, il Lecce bello ed autorevole di un mese addietro si affloscia all’improvviso, quando sarebbe invece opportuno offrire qualcosa in più. Adesso, però, il format degli spareggi per la seconda piazza si modifica, passando dalla gara unica al doppio confronto (domenica, ad esempio, si viaggia per Benevento e poi ci si ritrova nel Salento). Modellando una situazione strana, dal punto di vista estetico e logico: perché un calendario caotico non giova al pallone, soprattutto di questi tempi. Ma, chissà, persino conveniente per il Lecce. Che potrebbe inconsciamente avvertire il bisogno di doversi giocare la promozione con le pari opportunità. A mente sgombra.