martedì 20 maggio 2014

Grottaglie, festa doppia

Contro il Vico, tecnicamente neanche tanto male: una di quelle squadre partite persino discretamente e poi risucchiate dalla classifica, nel corso della stagione. Contro le sue stesse paure: che due soli punti guadagnati in dieci match, gli ultimi disputati, avevano dilatato oltre il limite della normalità. E contro troppi pronostici: tutti rigorosamente chiusi. Per la natura del match (gara unica in campo avverso), per il gap psicologico (un solo risultato a disposizione) e per quello scadimento strutturale e mentale accusato negli ultimi tempi, in coda al momento di maggior vivacità. E apparso, ad un certo punto, addirittura inarrestabile. Invece, il Grottaglie va a prendersi in costiera quello che gli serve, il successo. E si regala un altro anno di serie D. Il quattordicesimo di fila. I playout non ammettono amnesie. Ma, questa volta, la formazione di Pettinicchio c’è: passando in vantaggio, abbastanza presto, con Fumai, ripescato dopo molti giorni scanditi da un’indisposizione di stagione. E senza concedersi allo scoramento, quando i campani pareggiano, monetizzando una miscela di ingenuità e insicurezza di Prete. Ci pensa, alla fine, Formuso: il sigillo vincente è tutto suo. Due a uno: non ci avrebbe scommesso chiunque. Capolavoro di realismo, verrebbe da aggiungere. Senza troppa enfasi, prestazione solida, pulita. L’Ars et Labor si ricompatta nel momento essenziale: ritrovando stimoli, vigore, coordinate. Giocando da squadra consapevole delle proprie prospettive, sicura del risultato che al novantesimo la ricompenserà. E resistente al forcing finale dei campani, ma anche ai sette minuti di recupero che sembrano voler rimandare o zittire la festa. Ma la festa, prima o poi, esplode. Festa doppia. Per la conservazione della serie D, prima di tutto: arrivata in ritardo sui tempi programmati. E, comunque, centrata. Ma pure per la sopravvivenza del pallone a Grottaglie. Che, di fronte alla dura realtà dell’Eccellenza, si sarebbe liquefatto. Potete crederci.