domenica 21 febbraio 2010

Il Gallipoli e il ritorno alla realtà

L’orgoglio si stempera, i problemi rimangono. Lo spessore emozionale del momento si polverizza e lo scadimento (tecnico, tattico e psicologico) aggredisce il Gallipoli. La gente di Giannini crolla di fronte al Vicenza: cinque gol (a zero), oltre tutto sull’erba amica, scalfiscono l’impresa di Sassuolo, vecchia di una settimana. E’ tutto facile, per i veneti: vantaggio veloce, raddoppio celere. E match archiviato in mezz’ora, sul parziale di tre a zero. Il Gallipoli è assente, abulico. Stracciato. Ed è facile, a questo punto, sospettare che il collettivo, paghi (in ritardo) pure un po’ di giorni vissuti pericolosamente. E per niente allietati dall’espressione di tenacia e di coraggio vista in Emilia. Anche perché, nel frattempo, il disordine che circumaviga il club non si attenua. Anzi. Si scopre persino (parole di Pagni, l’ex diesse, attualmente senza domicilio calcistico) che il nuovo passaggio di consegne tra il contestato presidente D’Odorico e l’ex patron Barba (spalleggiato, pare, da Pagliuso, già proprietario delle quote azionarie del Cosenza, neppure troppi anni fa) sia naufragato nell’anonimato, pochi giorni addietro. E, soprattutto, che proprio la disinvolta gestione di D’Odorico è oggetto di un’indagine della Procura di Lecce (l’accusa, eventualmente, sarebbe grave: truffa maturata parallelamente all’acquisizione della società, l’ultima estate). Grana fastidiosa, davvero. Che rischia di piegare definitivamente un ambiente che, sin qui, ha rintuzzato con fierezza le difficoltà del salto nel pallone dei grandi. Ovvio, adesso, che la squadra - anche dentro il campo - attraversi settimane delicate. Ma non è neppure intelligente disgiungere il percorso il discorso puramente calcistico da quello manageriale. E, allora, in attesa che Giannini comprenda la natura di questo rovescio, è assolutamente necessario che D’Odorico intervenga fattivamente, senza trincerarsi dietro i comunicati stampa. Abdicando, oppure ipotizzando una struttura solida, affidabile, duratura. Seria. Siamo al punto di partenza e il tempo scorre: serve una società. Una società che funzioni davvero.