mercoledì 24 febbraio 2010

Il Bari e i problemi di bassa pressione

Atalanta, Cagliari, Milan. In fila. Sono le abbreviazioni delle ultimi tre impegni del Bari, tutti regolarmente persi. Che hanno (abbastanza ingiustamente) offuscato la godibilità del momento storico e il ruolino di marcia della formazione di Ventura. Attorno alla quale sta pericolosamente calando qualche ombra di frustrazione e di delusione dell’ambiente. Che, magari, progettava qualche situazione particolarmente interessante: senza rapportarsi, però, alla realtà del campionato, che premia e offende ciclicamente tutte le concorrenti (ieri gioiva qualcuno e si preoccupavano altri, oggi accade il contrario, domani chissà). E senza rapportarsi alla dimensione vera a cui appartiene la squadra. Il Bari, cioè, non è niente di più e niente di meno di quello che è: un organico che deve competere innanzi tutto con se stesso, migliorarsi sempre e comunque, sfruttare le debolezze dei più dotati, immagazzinare immediatamente quello che serve per poter vivere tranquillo sino in fondo e progettare un futuro ancora più accondiscendente (a proposito, il tecnco è ufficialmente confermato anche per la prossima stagione: buon segno). Anche questa volta, ha ragione il suo nocchiero, che distribuisce quotidianamente pillole di saggio equilibrio. Ha ragione a temere che l’ansia del risultato assalga la sua gente. Proprio perché la bassa pressione che sembra cominciare ad avvolgere la piazza potrebbe alimentarla. E quello di Catania, cioè il prossimo match, non può essere considerato la madre di tutte le partite, sottolinea Ventura. Parole che sono una richiesta di soccorso e un ammonimento assieme. Una difesa doverosa e un’analisi serena. O un consiglio assolutamente interessato.