lunedì 8 febbraio 2010

Ostuni, molto lavoro per nulla

Non sapremo mai come l’Ostuni avrebbe imbastito il derby e le situazioni all’interno di una gara scomoda. Per sé e per l’avversario. Perché il Grottaglie, appena nove secondi dopo il calcio d’avvio, non rifiuta il regalo di Melis e Iafullo, passando in vantaggio. Prenotando il successo finale, quello che lo rilancia. E che, ormai, certifica la convenienza di giocare lontano dalla propria casa. Ma la squadra di Lombardo, trafitta a match appena aperto, pur faticando un quarto d’ora abbondante per riorganizzarsi, riesce a farlo. E a costruirsi una partita anche interessante. Cioè, a disegnarsi un numero corposo di occasione da rete, tutte più o meno maldestramente sprecate. O, comunque, vanificate da Laghezza, guardasigilli jonico in equilibrio perenne tra prodezze e disattenzioni gravi. Esatto: lentamente, l’Ostuni riannoda i fili del progetto tattico, impossessandosi del centrocampo, dettando il gioco e premendo forte. Di più: la partita diventa un monologo. E il Grottaglie, appena più gladiatorio del solito, attende e subisce. Non per sempre, però: perché la gente di Maiuri si ritaglia un secondo tempo intelligente, ben gestito. Dove riduce i rischi. Contestualmente, Ciaramitaro e soci si afflosciano. Inoltre, Melis e lo stesso Ciaramitaro guadagnano in dirittura d’arrivo il cartellino rosso: fine dei giochi. E inizio dei quesiti, in casa ostunese. Soprattutto perché una squadra che prova a giocare non riesce ad emergere: è questo è un problema. Che sconsigliamo di sottovalutare.