martedì 6 dicembre 2011

Barletta, Cari respira

Marco Cari, adesso respira davvero. Cioè, con il conforto dell'affermazione sul campo: che è sempre qualcosa di più della semplice fiducia condizionata, verbale. O a termine: anche se nessuno lo rivela apertamente. Il Barletta che batte la Cremonese è una buona notizia per tutti e motivo di nuova autostima per un gruppo troppo spesso sminuito da prestazioni zoppicanti, da attese inevase e da risultati difettosi. Un gruppo molto più che vagamente inespresso: nella forma e nella sostanza. Il successo dell'ultima domenica rivaluta così la funzione di Mazzeo (di nuovo scintillate) e compagni nel girone B della terza serie. E premia una prestazione, dicono le cronache, più ordinata. E, probabilmente, meglio studiata, meglio architettata, anche e soprattutto tatticamente. Al di là del modulo (4-2-3-1), che tuttavia sembra poter ingabbiare certi movimenti più utili alla causa. Perchè, alla fine, è un difensore (il cipriota Pelagias) a risolvere la contesa, a metà ripresa. Ristabilendo un contatto emotivo più solido tra la squadra e i supporters. E ancorando il collettivo alla zona playoff (quarto posto, meno quattro dal leader Siracusa). La classifica, però, era e continua ad essere cortissima. E insondabile. Probabilmente, più di ogni altro, il particolare che ha mantenuto, sin qui, Cari sulla panchina del Barletta. Una formazione, questa, sempre nella mischia, ma non troppo. Per demeriti propri e per limiti altrui. Che il campionato sta ratificando, domenica dopo domenica.