giovedì 22 dicembre 2011

Il Nardò ricomincia da zero. Anzi, no

Tutto da rifare, si ricomincia. E' nuova, totalmente nuova, la squadra: sventrata dalla recessione e per niente risparmiata dal rimpasto societario. E' nuovo il progetto: più giovane, decisamente più indigeno. E sono nuove le prospettive: non più quelle di primato, trovato sulla strada e custodito con appetito per un paio di mesi, ma di permanenza decorosa. Possibile, possibilissima grazie alla dote messa da parte sin qui dalla prima versione del Nardò di Longo: trentuno punti, ai quali si aggiunge quello scaturito dal pareggio di domenica, in casa, davanti al pericolante Real Nocera. Dote importante: che richiede solo un piccolo sforzo suplettivo, cioè l'assalto a quegli otto, nove e, magari, anche dieci punti che mancano per centrare il traguardo. Ed è nuovo, ovviamente, il campionato di una formazione che, intanto, dovrà scoprirsi, misurarsi, trovarsi. Partendo, dicevamo, da una tranquillità di fondo, che tuttavia non potrà sconfinare nell'incoscienza. Questo Nardò, peraltro, assomiglia un po' al Trani del passato campionato. Allora, fini bene, anche se la formazione di Pettinicchio conquistò la salvezza all'ultima giornata, in uno scontro diretto in campo avverso. Ammicca, dunque, anche l'ultimo dei precedenti: tanto quanto basta per non cadere nella trappola dell'ansia. E per convincersi da sùbito che le previsioni del club salentino sono sostanzialmente esatte.