domenica 4 dicembre 2011

Di Francesco, Napoli fatale

L'intransigenza sopravanza l'attesa. La realtà denuda la speranza. L'urgenza di patron Semeraro azzera tutte le riflessioni passate, presenti e future. E la proroga concessa a Di Francesco appena la settimana scorsa si consuma in fretta, a Napoli. Dove il Lecce, nell'anticipo del sabato, affonda sotto quattro gol (a due), perdendo una partita che è anche logico perdere (la differenza di qualità è enorme, ammettiamolo), ma che è imbarazzante perdere con la pesantezza di certe proporzioni. Scavando, però, l'esonero (comunicato in serata dalla società) è la precisa evoluzione di un pensiero comune, piegato dal sentimento dell'impopolarità e dalla crudezza dei risultati. Ed è, soprattutto, la naturale definizione di una situazione incancrenita da tempo: e, quindi, attesa anche con impazienza. Al di fuori e al di dentro del club. Il rovescio del San Paolo, cioè, sembra quasi opportuno: nei tempi e nei modi. Perchè chiude la questione, prima che avanzi il sospetto che sia tardi, per riparare. La sconfitta è brutta, ma appare il pretesto migliore. Ed è, soprattutto, la somma di diversi dettagli: tecnici, tattici, ambientali. Si cambia, allora: e, forse, è pure meglio così. Per tutti: persino per il coach. Al posto del quale arriva Cosmi. Uno che avrà bisogno di assistenza, innanzi tutto. La stessa assistenza in cui confidava Di Francesco, alla fine del girone di andata. Ma, alla soglia del mercato, l'allenatore pescarese non ci è neppure arrivato. Cosmi, allora, si faccia sentire, sin da ora. E pretenda rinforzi: come vedete, non c'è più tempo. Per nessuno.