mercoledì 14 dicembre 2011

L'Andria è in crisi. Di risultati e di nervi

Al limite della crisi. Di nervi. L'ambiente andriese è nel vortice dei venti. Il presidente Fusiello è indignato con il Palazzo e, sul campo, chiede una giustizia che non vede. Ha ingaggiato una battaglia personale con il mondo arbitrale, porgendo le proprie polemiche dimissioni. Ma la gente, dagli spalti, si scontra con la realtà dei fatti e preferisce scandire il dissenso sulla squadra, che fatica anche di fronte al Pergocrema, in casa (altro passo falso, uno a due). Finendo per sconfessare e contestare il condottiero del gruppo, Di Meo. Che non prende tempo, provando a riconsegnare alla società il mandato. Inutilmente, peraltro: perchè continuerà a guidare la squadra, almeno sino a nuovo ordine. Cosa, questa, che non rasserena parte dei supporters. E', dunque, un momento difficile, torbido. Che rischia di sfuggire al controllo del vertice del club, accusato - anche - di voler disimpegnarsi, smobilitare. Non serve sorprendersi, però: la squadra fatica ad imporsi, sbanda. Non tanto sotto il peso dell'avversario, quanto per proprie amnesie. La classifica non è ancora grave, ma comincia a infastidire. Soprattutto perchè questa è una stagione che molti (anche noi) credevano differente, ovvero meno sofferente, seppur ingabbiata in un campionato di grandi nomi e di tanti pretendenti. E, di conseguenza, crolla tutto il resto. Lasciando libero il timore che Andria, nel migliore dei casi, abbia perso un altro anno. Per crescere, calcisticamente parlando: dentro e fuori dalla società.