domenica 11 dicembre 2011

Lecce, segnali di speranza

Cosmi comincia discretamente, anzi male. Dipende dai punti di vista: perchè il Lecce, di fronte alla Lazio, ci mette più cuore, più volontà. Esattamente quello che ci si attende da una squadra che si fregia del contributo di un coach come Serse da Pontevecchio, uno che tradizionalmente inietta grinta al gruppo. Il risultato, però, è negativo, ancora una volta. L'erba di via del Mare dice male (finisce due a tre). E, da questa angolazione, non c'è soluzione di continuità dalla gestione Di Francesco. Comunque, scavando, si intravede qualche segnale di speranza. Per il temperamento speso nei novanta minuti e per qualche altro dettaglio (la manovra si è vagamente ravvivata). La nuova guida tecnica, peraltro, trae dall'anticipo del sabato un po' di appunti buoni per confidare nel domani. Lasciandosi scappare pure un concetto impegnativo («le salvezze arrivano a maggio, non prima. E, delle formazioni che ho raccolto a lavori in corso nella mia carriera, questa è la migliore, qualitativamente parlando»). Chissà se si riferisce pure al Lecce che si ritrova a gestire la fase difensiva: dove, cioè, nascono i problemi più evidenti di un collettivo oggettivamente rattristato da una situazione che si intorbidisce (Cesena, Novara e Bologna fanno punti). Ma, oggi, uno dei compiti di Cosmi è quello di infondere nell'ambiente un po' di buon umore. E va compreso. Sperando che non venga preso troppo sul serio da chi, nei prossimi giorni, dovrà operare sul mercato di riparazione. Non potrà bastare qualche messaggio di incoraggiamento. E la prestazione di ieri, da sola, non può sollevare: che sia chiaro, da sùbito.