giovedì 15 dicembre 2011

Dalle nubi sbuca il Foggia

La sfida con la capolista, il ritorno sulle frequenze modulate della trasmissione radiofonica più celebrata del Paese, la necessità di riaccattivarsi le simpatie della gente che contesta (la società, più che la squadra): non c'è migliore occasione di questa per rimediare una gran bella figura. E la vittoria. Il Foggia spedisce la Ternana tra le ombre, liquidando l'avversario senza misteri. Quella appena passata è sicuramente la domenica migliore della stagione: anche sotto il profilo squisitamente tecnico. Che non risolve tutti i problemi, squarciando però quella nube un po' bassa che seguiva la formazione prima di Bonacina e poi di Stringara dall'inizio della stagione. Stagione di pubblici tormenti, di lente risalite e veloci ripiegamenti, di insoddisfazioni profonde e di malintesi covati al lume del rancore. In cui chi scende in campo finisce per soffrire la battaglia ingaggiata dalla curva nei confronti del vertice societario, ma soprattutto una certa impreparazione di fondo al campionato che, magari, l'acclimatamento alla terza serie riuscirà a mitigare, prima o poi. Senza poter contare, tuttavia, sul carisma di Zeman, il parafulmine di un passato recente che non c'è più. Ma affidandosi all'esperienza e all'ottimismo del nuovo condottiero, che ormai confida di aver lentamente conquistato un più o meno deciso possesso del gruppo a sua disposizione. Quel gruppo che, probabilmente, attende la definizione del proprio processo evolutivo, necessariamente passato attraverso diversi incidenti di percorso. Il tempo delle conferme arriverà assai presto, comunque: lo attende la piazza, lo attende la società. Perchè questo è l'unico ingrediente che potrà fermare l'emorragia dei consensi popolari e allontanare il pericolo di un fastidioso scollamento dell'ambiente. Stringara, per primo, si è caricato le responsabilità più pesanti, più o meno inconsapevolmente. E, adesso, gli tocca perseverare, proseguire. I riflettori sono tutti sopra di lui e i giovani interpreti di un progetto senza un porto sicuro, ma appena affiorato all'orizzonte. Eppure ancora troppo lontano per credersi al riparo dei venti.