lunedì 19 marzo 2012

Andria, gira tutto contro

Cosco non sembra la cura di questo Andria. Non per sue esclusive colpe, evidentemente. Ma i numeri parlano. E dicono, tra una cosa e l'altra, che il rendimento della squadra si è infiacchito, nell'ultimo mese. L'obiettivo, oggi, non è più la soglia salvezza. Ma evitare l'ultima piazza, ovvero la retrocessione immediata. Eppure, il primo (e già ostico) traguardo non sembrava neppure troppo distante, qualche tempo fa. E' bastato, però, cedere di fronte ad una concorrente diretta come il Latina, in casa, per rabbrividire senza limiti. Una sconfitta dopo l'altra, al di là del morale, compromette pure la classifica: il Bassano, che chiude la graduatoria, naviga solo un punto più sotto. Con la beneagurante cnvinzione di poter invertire la situazione, proprio domenica prossima (c'è lo scontro incrociato, in Veneto). Piove e tuona, dunque. E un particolare inquieta più di altri: chi più, chi meno, nei bassifondi stanno facendo risultati tutti, abbastanza spesso. Tutti, tranne l'Andria: incapace di fare la partita, di prendere iniziativa, di ricostruirsi la credibilità perduta. E' una squadra ammaccata, che ha perso fiducia: malgrado il tecnico (riconfermato nella serata di ieri) abbia provato a modificare alcuni uomini nel mezzo del campo. Tutto inutile: la recessione è seria. Il risentimento della piazza, poi, non aiuta. Certo, la rabbia esplode ovunque, prima o poi. Ma, in questo momento, è più deleteria che in altri. Perchè, nel caso specifico, obbliga il presidente Fusiello (contestatissimo dalla tifoseria) ad abdicare. Questa volta, sembra, per davvero. Adesso, piuttosto, servirebbe appoggiarsi sulle poche certezze: come, appunto, la solidità societaria. Il vuoto che si crea, in realtà, finirà per disorientare ancora di più chi scende in campo. Senza contare che, prima della fine del campionato, i processi e le esecuzioni sono tradizionalmente un male dettato dalla frustazione e non dalla logica.