mercoledì 7 marzo 2012

L'anonimato del Trani e la realtà

Il cammino del Trani era e resta anonimo. Punto. Il viaggio nel campionato della formazione di Franco Dellisanti si rivela un percorso senza bagliori, senza slanci. E senza troppo qualità, fondamentalmente. Insufficiente per il pubblico e, probabilmente, anche per la società. Forse troppo fiduciosa nel materiale umano assemblato in estate e, peraltro, rafforzato a lavori in corso. Inutilmente: perchè la squadra non è mai decollata, vivacchiando al di sopra del limite della zona più scabrosa. Senza mai, va detto, aver rischiato. E già virtualmente al sicuro da qualsiasi complicazione futura. Un discorso che, peraltro, ha riparato e continua a riparare il tecnico. Che, oltre tutto, vantava e vanta una certa solidità di rapporto con il presidente Abruzzese, oltre a un bagaglio di credibilità accumulato in passato, anche e soprattutto in riva all'Adriatico. Il coach, però, proprio ultimamente si sta abituando a navigare tra le onde delle critiche, sempre più serrate. Ritrovandosi, senza volerlo, pure al centro di una polemica che ha lambito il comportamento e il rendimento globale della squadra. Criticata, sussurra qualcuno, proprio dallo stratega di san Giorgio. Colpevole, affermano qua e là, di non aver offerto alla Fortis un profilo più autorevole, sul campo. E, aggiungiamo noi, anche di aver compiuto l'ennesima scelta errata, a luglio. Dettata, va detto, pure da un equivoco di fondo: quello di aver creduto un progetto appena nato già solido e collaudato. E meritevole di qualcosa in più della semplice salvezza: che, per la cronaca, è quanto il Trani si può permettere. Anche se la piazza si è rapidamente convinta di disporre di un collettivo di alto spessore. Sbagliando.