lunedì 5 marzo 2012

Il Martina e il campionato che sfugge

Il Martina, al novantesimo, si risistema nel cuore nel campionato. Che, a quel punto, sembra più perso che riconquistato. E torna a confidare in se stesso. La paura si scioglie dagli undici metri, quando Picci trasforma la palla decisiva, l'ultima del match: dopo aver sprecato un primo calcio di rigore, ad inizio di ripresa. Forse, la formazione di Bitetto non si accorge neppure della realtà: quella di una promozione che sta sfumando, a fronte di centottanta minuti (i novanta di Brindisi e questi di ieri, consumati di fronte ad un ordinato Internapoli) deludenti. Ma insegue il successo sino in fondo, afferrandolo quando ormai il pareggio sembra scolpito. L'inseguimento all'Ischia, cioè, continua. Ma, adesso, lo stato di salute della squadra solleva quesiti, dubbi. Perchè il momento di disagio si protrae. Al di là di quanto, davanti ai microfoni, detta il tecnico, ancora molto ottimista e profondamente convinto della bontà della prestazione. Che, in verità, è lacunosa nella prima mezz'ora e imperfetta più avanti, malgrado la superiorità numerica vantata per metà gara e l'innegabile divario tecnico che divide il Martina e gli ospiti. Imperfetta perchè gli uomini migliori esitano (De Tommaso paga una flessione fisiologica, dopo cinque mesi ad alta velocità; Picci è nervoso e assente; Amodeo è legnoso e lento; Chiesa è impalpabile; Gambuzza è meno intenso del solito; Tundo carbura in ritardo) e perchè la manovra si sviluppa a fatica, senza ritmo. Neppure il primo intervento arbitrale, dicevamo, risolve la pratica. Serve il secondo penalty, tuttavia insufficiente a cancellare la patina di stanchezza che avvolge un collettivo privato, nelle ultime uscite stagionali, anche di una certa dose di sicurezza. Assolutamente inopportuna, oggi. Proprio quando, tra l'altro, l'Ischia sembra essersi ricompattato. Tanto da lasciarci sospettare che, da qui alla fine del torneo, difficilmente perderà altri punti. Il Martina, in sostanza, non potrà più permettersi la minima esitazione. E, se il suo asse portante è usurato dal tempo e dalle asperità del percorso, diventa persino logico modificare qualcosa, prima che sia troppo tardi. L'elenco dei disponibili è lungo: e non è scritto da nessuna parte che debbano giocare sempre gli stessi.