martedì 27 marzo 2012

Andria, impresa da valutare

L'Andria risorge. E, detta così, questa è un'affermazione coraggiosa. Quasi rischiosa. Oppure, puramente beneaugurante. Perchè rischiamo di essere smentiti in fretta, ovviamente. Ma il risultato di domenica (vittoria, per uno a zero, sul Bassano), effettivamente, rilancia le quotazioni del gruppo, mettendo qualche punto e molta più fiducia tra la formazione di Cosco e l'ultima piazza. Ancora occupata proprio dai veneti. Riaprendo, contemporaneamente, la strada per la salvezza istantanea: quella che non passa per i playout e che, in definitiva, non è eccessivamente lunga, a giudicare dai numeri (le quint'ultime possiedono solo tre punti in più). C'è un approccio alla gara diverso, intanto. C'è fame e anche più testa, nell'affrontare la sfida: peraltro giustamente temuta dall'ambiente, un po' ammaccato anche dalle ultime novità societarie. E ci sono anche cuore, gambe. La prima affermazione esterna del campionato arriva giusto nella partita più delicata della stagione: in cui perdere significare precipitare. Psicologicamente, innanzi tutto. E coincide, il dato non passa inosservato, con il risveglio di Del Core, una punta sul quale nè Di Meo, nè lo stesso Cosco, hanno potuto sin qui trarre molto giovamento. Il ragazzo di Bari Vecchia prima segna e poi fa segnare Loiodice: il due a zero, alla fine, abbatte anche le preoccupazioni dettate dalla formazione di emergenza (in difesa, soprattutto) schierata dal tecnico di Santa Croce. Che, salvata la panchina sette giorni prima, si riprende un po' di considerazione. Ipotizzando, sin da ora, un rush finale convincente. Che dovrà necessariamente tener conto, tuttavia, di elementi oggettivi. Come lo stato di salute reale di un collettivo che non può dirsi guarito all'improvviso. E che potrà valutare immediatamente l'esatto spessore dell'impresa di avant'ieri. Perchè è lecito distinguere quanto, nel match di Bassano, c'è di autolesionistico nell'avversario e quanto di effettivamente salutare nell'Andria.