mercoledì 14 marzo 2012

Un altro pari: e il Taranto devia la realtà

Il Taranto non sa più vincere: quinto pareggio di fila, questa volta a Monza. Il risultato, però deflagra nelle parole dell'allenatore e, a rimorchio, pure in quelle della società. Il veleno si concentra sulla prestazione del direttore di gara, che si chiama Pairetto, viene da Torino ed è figlio d'arte. L'espulsione di Sosa, dopo cinquantuno minuti di gioco, è effettivamente eccessiva. E tanto basta, dice Dionigi, a condizionare il resto del match. Probabile. Ma è pure vero che, sotto il profilo nervoso, in riva ai due Mari si vive male da un po'. E, forse, qualcuno sta cedendo, lentamente. Basta leggere certe dichiarazioni del dopo gara («Nei nostri confronti c’è sempre quest’atteggiamento ostile da parte degli arbitri. Inizio a pensare che ci sia qualcosa sotto. Credo che non vogliano il Taranto in B»). Oppure decodificare la nuova espulsione dello stesso tecnico, a partita in corso: è la quinta. E la terza nelle ultime tre uscite stagionali. Chiaro: tutto nasce dal disagio di una squadra che combatte contro gli avversari (la Ternana continua a vincere, la Pro Vercelli fa punti spesso) e contro la situazione finanziaria del club, che non si evolve. Tanto che molti, sullo Jonio, cominciano a temere l'imminente messa in mora della società: i tesserati, si dice, si sono stancati di attendere A parte le frasi di convenienza che si incrociano da una sponda (D'Addario sminuisce i problemi, allontanando l'eventualità) all'altra (concentrarsi sull'arbitraggio aiuta ad alleggerire le pressioni), un problema interno esiste e infastidisce l'ambiente. Che non è solo di natura psicologica, ma anche tecnica (la squadra, ormai, segna saltuariamente, a fatica). Aver, di fatto, abbandonato la lotta per la promozione immediata (e come si fa, con la Ternana sopra di sette punti e una nuova penalizzazione in agguato?) e cominciare a temere per la seconda piazza sono due particolari che, del resto, confermano il concetto. Ci sembra, inoltre, che lo storico vittimismo jonico si sia rapidamente impossessato dell'emiliano Dionigi, che da un lato assorbe agevolmente gli umori della città e, dall'altro, trasmette tensione alla squadra. Però, la sensazione è che il Taranto si stia progressivamente dissociando dalla realtà. Un po' come quella politica nazionale, abile a deviare le attenzioni su fatti e situazioni di secondaria importanza: nascondendo, invece, i propri vizi e le proprie debolezze. O, come in questo caso, le proprie difficoltà.