mercoledì 21 marzo 2012

Bari, serve qualche altro sforzo

Il Bari che, lontano da casa, non vince è un particolare niente affatto trascendentale. E il Bari che perde, dopo otto successi distribuiti sin qui nell'arco di sette mesi, è addirittura una notizia. Ma, ad Empoli, accade. E perde anche abbastanza male. Senza mai aggredire, cucendosi addosso una prova priva di slanci, decisamente imbalsamata. Sembrando persino svuotato. La gente di Torrente, una volta di più, interrompe il decollo verso la parte più nobile della classifica: confermando, semmai ce ne fosse bisogno, che questa è una stagione in cui è lecito solo limitare i danni. Di qualsiasi natura. Non che dalla squadra, di questi tempi, si possa pretendere quello che, ragionevolmente, non si può. Anzi. Il Bari, a fronte di tante terribili questioni, sul campo è sostanzialmente inattaccabile: nonostante qualche infortunio, peraltro ricorrente. Ma la gestione (tecnica e tattica) di certe partite continua a rappresentare l'impedimento più evidente nel processo di lievitazione del collettivo. Evidentemente inadatto ad un campionato gravido di pretese: anche in assenza di problemi societari e, diciamo così, giudiziari. Che, però, ci sono. Eppure, chiamato a spendere qualche altro sforzo, di qui in avanti. Nella speranza che l'ultima prestazione non incida sui giorni che verranno e, soprattutto, non rappresenti il primo segnale di deconcentrazione del gruppo. Perchè, se con quarantuno punti qualsiasi altra formazione della serie B può considerarsi praticamente salva, il Bari non lo è. Come non lo sarebbe neanche ad un'ipotetica quota cinquanta. Le penalizzazioni (tutte, nessuna esclusa) non autorizzano a vivere tranquilli: obbligando tecnico e giocatori a fatturare il più possibile, senza porsi limiti di alcun genere. E incombendo: come una maledizione.