domenica 26 gennaio 2014

Bari, bonus sprecato


Il giovane Bari, nella sua affascinante incoscienza, ama giocare la palla, contro chiunque. Logico, allora, che si industri anche e soprattutto di fronte alla Reggina, formazione complessivamente modesta e penultima forza di un campionato che si riaccende in coda ad una lunga sosta. Ma, se il campo è decisamente pesante e la manovra s’impantana presto, le difficoltà crescono vertiginosamente. Peggio: se l’avversario, alla prima occasione utile, realizza il gol da capitalizzare e poi trova sufficientemente conveniente attendere e ripartire, il match diventa maledettamente difficile. Sotto dopo appena due minuti, la formazione di Alberti e Zavettieri esprime un calcio lento, prevedibile, privo di soluzioni spendibili. La palla avanza tranquillamente sino alla trequarti: sùbito dopo, però, si perde. Fatica persino Sciaudone, uno che solitamente possiede intuizioni utili alla causa. E che, tuttavia, in mezzo al campo sembra il più indicato ad escogitare una trama: almeno sino a quando non gli viene preferito Delvecchio, tra l’indispettito dissenso che piove dalle tribune. Del resto, Romizi appare un po’ a disagio. E, oltre tutto, difetta anche lo storico apporto, sule corsie laterali, di Sabelli, Calderoni e dello stesso Fedato, che appare e scompare. Il Bari, spesso, è impacciato. Cambia gioco appena può e appena deva, ma senza saltare lo sbarramento reggino. I ritmi bassi e qualche imperfezione non l’aiutano. I tecnici invertono le posizioni di Fedato e Galano (che, peraltro, vanifica la possibilità più allettante di pareggiare, da pochi passi), ma il problema di fondo persiste: gli spazi si restringono puntualmente e smarcarsi, davanti, è un’autentica impresa. Eppure, la situazione potrebbe risolversi, malgrado tutto. Contatto in piena area, penalty: dal dischetto, però, il discontinuo Defendi si fa neutralizzare il pallone del pari da Pigliacelli, guardasigilli calabrese. La partita continua, facendo spazio, poco più tardi, ad un 4-2-4 che assalta la Reggina, ma senza scavalcarla. Il Bari, peraltro, finisce in nove: fallendo l’appuntamento con la serenità. Rimane, cioè, la classifica scomoda. E la sensazione di aver sprecato un bonus niente male.