martedì 7 gennaio 2014

Martina, l'ora delle nuove strategie



Il Martina può risollervarsi: per una o anche due settimane. Ma, fondamentalmente, è questo: complessivamente inadatto ad un campionato di C2 come quello di quest’anno. Dove è necessario agganciare la zona medioalta, per scongiurare la collocazione nel prossimo torneo di D. E, per questo, assolutamente bisognoso di risultati frequenti. E, dunque, di nuove cure. Ovvero, di innesti di qualità e, dicevamo ultimamente, di personalità. Ad Arzano, in casa dell’ultima forza del girone, la formazione di Bocchini cade ancora. Senza potersene lamentare troppo, tra l’altro. E, allora, è proprio il tecnico, già il giorno successivo alla sconfitta, a pagare. Non con l’esonero: che, ufficialmente, non è ancora sancito. Ma il congelamento dell’allenatore umbro, comunicato ieri dal club, è un defenestramento come qualunque altro. Cambiano i termini, non la sostanza. Sin dal pomeriggio di oggi, infatti, sarà il preparatore dei portieri Alfredo Cimino ad operare sul campo, alla ripresa degli allenamenti. In attesa di ulteriori novità. Domani, magari, arriverà il coach del futuro prossimo: forse Chiancone, presente sulle tribune del Tursi nell’ultimo match del duemilatredici e, si dice, particolarmente vicino alle posizioni dello sponsor Ghirardini e del suo entourage. O, chissà, qualcun altro. Al di là di tutto, però, dispiace per Bocchini: che, ancora oggi, appare il meno colpevole di tutti. Riteniamo, anzi, che con il suo lavoro (parliamo di ordine tattico e di esposizione della manovra, malgrado la scarsa cifra tecnica e temperamentale del collettivo) il Martina si ritrova in classifica due o tre punti in più di quelli che avrebbe potuto collezionare sin qui. Analisi forte, è vero: che, tuttavia, continueremo a custodire gelosamente. Al di là di qualche atteggiamento talvolta eccessivamente cauto, che non ha giovato alla causa (il riferimento, ad esempio, è al match con il Chieti. E, probabilmente, non solo a quello). Ma anche un concetto che nessuno potrà verificare: perché il nuovo allenatore, qualunque sia il suo nome, potrà beneficiare – come spesso avviene – di energie suppletive (almeno quattro elementi, sembra) sulle quali il primo condottiero della stagione non ha potuto contare. Immaginiamo, a questo punto, anche  lo sconforto di Bocchini. E, magari, pure la sua rabbia: quanto basta per maledire il suo forte aziendalismo.