martedì 28 gennaio 2014

Ciullo, da inattaccabile ad esautorato



Difficile che Ninì Flora nasconda quello che intimamente pensa. Il presidente coltiva una convinzione: quella di aver allestito, tra dicembre e gennaio, uno degli organici più affidabile e completi del girone H della quinta serie. Modificando, in corso d’opera, il frutto delle operazioni gestite da Palomba e Carbonella, lontani dal Brindisi ormai da un po’. Questa squadra, sostiene, deve imporsi. O, comunque, battagliare al fianco delle concorrenti più titolate sino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Senza inciampare rovinosamente negli ostacoli del cammino. Anche se uno di questi ostacoli si chiama Matera, formazione in cerca di un’identità definitiva e, tuttavia, sempre fastidiosa in quelli che vengono definiti scontri diretti: dove, cioè, talvolta si abbandonano le posizioni e si tenta contemporaneamente il colpo, la giocata e lo sviluppo della fase di possesso. La sconfitta di domenica, peraltro, fa rumore: per l’espressione numerica (tre a zero per i lucani, score insindacabile) e per le situazioni che la determinano. Che bypassano anche il dato dell’avvenuta inferiorità numerica: senza dubbio vincolante, nelle pieghe del match. Scatenando la stizza del massimo dirigente. Le contromisure, allora, diventano devastanti: almeno per Totò Ciullo, tecnico tenacemente confermato in estate ed esautorato ancora prima di febbraio. Il tecnico di Taurisano è liquidato in meno di dodici ore: è sufficiente un summit societario, quello di domenica sera. Sicuramente influenzato, però, dell’allontanamento graduale di Flora dalle idee dell’allenatore: un allontanamento palesato anche pubblicamente, davanti ai microfoni e alla telecamere. E, ammette qualcuno, pure dalle scelte tattiche del coach: che, questa è l’accusa, non avrebbe offerto continuità ad un unico modulo di riferimento. Finendo, così, per disorientare la squadra. Motivazioni di fondo a parte (a proposito: non capiremo mai se evolversi tatticamente è una risorsa oppure no), sono sempre e comunque i cattivi risultati a condannare il responsabile tecnico: nel caso specifico, troppo spesso incensato per la bontà e lo spessore della manovra del Brindisi e, dunque, ritenuto inattaccabile. Senza Ciullo, intanto, si apre un nuovo capitolo. C’è già il suo sostituto, da ieri: si tratta di Marcello Chiricallo, personaggio a cui non difetta l’esperienza. Ma allenatore che, notoriamente, insegue un’idea di calcio totalmente diversa da quella del suo predecessore. La manovra di Ciullo amava nascere nelle retrovie e si nutriva anche e soprattutto della spinta consegnata dagli esterni. Quella di Chiricallo è più immediata e concreta, diciamo anche più pragmatica, votata alle verticalizzazioni che vorrebbero raggiungere il terminale offensivo. Cambiando gestore, il Brindisi dovrà perciò mutare anche atteggiamenti e stile: operazione che, a questo punto della stagione, in piena corsa per la promozione, presuppone pure qualche rischio. E, ovviamente, il pericolo di qualche esitazione suppletiva.