martedì 21 gennaio 2014

Il Monopoli e il coraggio dimenticato


Basta un risultato eccellente per prenotare la vetta del girone. Anche se il Monopoli, volutamente ovattato  prima di accendere il motore e di affrontare la sfida di Bisceglie, non lo sa.. L’occasione, comunque, è irripetibile. Il Marcianise, in campo con due ore di anticipo, ha già perso. La Turris pure. E vincere il derby vuol dire agganciare proprio i casertani e scavalcare tutti gli altri. Però, l’atmosfera non è quella di altre volte. Sarà per la formazione che coach De Luca sceglie di spedire sul campo (centrocampo irrobustito da Pinto, che affianca Marini e Lanzillotta, a svantaggio del più creativo Laboragine, costretto alla panchina; prima linea privata di Corvino e affidata a Pedalino e Montaldi, troppo vicini tra loro, e integrati nella sola fase di possesso da Camporeale). Sarà per l’atteggiamento del collettivo (un po’ pigro e schiacciato, che fatica a salire). O sarà per qualche altro particolare (difettano la rapidità e il coraggio). Il Bisceglie fa di più e fa meglio, almeno per un po’. Almeno sino al momento in cui il Monopoli capisce che il pallone deve transitare dalle zolle di riferimento di Lanzillotta. Nasce così una ripartenza che Montaldi vanifica di fronte a Loiodice, guardasigilli di casa. Ma che, se non altro, spaventa un po’ l’avversario, riconsegnando autostima alla squadra. Che sùbito dopo, con freddezza, si costruisce il vantaggio (primo sigillo di Pedalino, per la cronaca). Ma il vantaggio non aiuta sino in fondo: Pinto retrocede di qualche metro e il Monopoli si schiera a cinque, dietro. Invitando il Bisceglie a stringere. Oppure è semplicemente la veemenza degli stellati a consigliare più prudenza. Di fatto, però, la formazione di De Luca non esce dalla propria trequarti per almeno mezz’ora. Rimodellandosi (dentro Corvino e Laboragine, ma anche Bensaja) quando lo score è già compromesso. La sconfitta si fa dolorosa: perché delude l’interpretazione, ancora più del dato statistico (tre a uno). E perché la classifica rimane ferma. Il Monopoli, in quarantacinque minuti, scala dalla prima alla settima piazza. Lasciando, soprattutto, una sensazione di incompiutezza.