Il processo di crescita del Taranto, come qualunque processo
di crescita, si nutre di ritmi lenti. E, probabilmente, la scelta di operare il
meno possibile nella seconda sessione di calciomercato non accelera i tempi di
recupero sulla classifica. Cercando, di contro, di rinsaldare e affinare il
gruppo di partenza: un particolare che, magari, tornerà buono più avanti. In
fondo, però, la vetta del girone non è affatto lontana. Malgrado la sconfitta
maturata sabato scorso allo Iacovone,
davanti all’intraprendenza del Manfredonia. Che la formazione di Papagni,
ancora di sabato, riscatta una settimana dopo sul campo della Mariano Keller.
Ecco, sul sintetico di San Giorgio a Cremano la squadra risponde benissimo: con
applicazione, corsa, continuità di manovra. Si mantiene sempre alto, il
Taranto: e, di conseguenza, fa la partita. Molinari, che arriva da un paio di
mesi di ombre e fatiche, c’è: il sigillo del vantaggio è suo. L’avversario
rintuzza e controbatte, fermandosi spesso alla trequarti: il 3-4-1-2 di Prosperi
e compagni sembra offrire le garanzie necessarie. E, in più, la mediana
assicura filtro e consistenza. Il momento migliore dei napoletani, attorno alla
mezz’ora, è però premiato con la sanzione di un penalty, i cui contorni non
sono prontamente chiari. La situazione di parità è, tuttavia, assolutamente
transitoria: il Taranto si ingegna sin dalle retrovie, taglia spesso il campo e
si alimenta di un dinamismo fresco. Molinari, ormai, si è sbloccato e, allora,
graffia ancora e insiste. Prima dell’intervallo, firma sul tabellino dei
marcatori altre due volte. La terza marcatura, peraltro, si arricchisce di un
gesto tecnico assolutamente apprezzabile. Il match sembra già deciso: la gente
di Papagni pensa meglio e agisce con fluidità e furbizia. Anche per questo,
alla ripresa dei giochi, il Taranto può permettersi di abbassarsi e rifiatare. Per
organizzare ripartenze pungenti: come accade in occasione del quarto gol, voluto da Balistreri. Al quale si accoda, più tardi, la quinta rete griffata
Clemente (si fanno sentire, dunque, tutti i principali attaccanti: buon segno,
anche in considerazione di certe problematiche più o meno affiorate,
ultimamente). Punto e a capo, quindi. E Taranto nuovamente al centro della
battaglia per la promozione, nonostante il tecnico azzeri apertamente le possibilità del gruppo che guida («Non siamo maturi per vincere il campionato»). In piena corsa. Con nuovi appunti su cui riflettere. Ad esempio:
evidentemente, questo è un organico che offre il meglio sotto il peso della
pressione, psicologica e mediatica. Quando vincere è qualcosa in più di un’esigenza
di routine, ovvero un vero e proprio obbligo, quasi un'ultima possibilità.