lunedì 19 novembre 2007

La sentenza che mortifica il Taranto

Questa volta non c'è vittimismo gratuito. Questa volta il Taranto ha facoltà di sentirsi mortificato. La sentenza sportiva sui fatti di Atalanta-Milan (gara sospesa per incidenti, ma da ridisputarsi) non coincide con quella di Taranto-Massese (interrotta per cause analoghe, persa a tavolino dalla squadra di Cari). La nostra sensazione è che l'errore non sia nella prima decisione (del giudice sportivo della Lega di serie C), ma nella seconda (quella del giudice della Lega maggiore). Ma, al di là di questo, il conto non torna. E' vero: Atalanta-Milan, di fatto (da un punto di vista strettamente formale) è stata sospesa dall'esterno (per intervento della questura) e Taranto-Massese direttamente dall'arbitro. Il prodotto finale, invece, non cambia. Generando una sensazione: tutti pretendono regole precise, pochi intendono applicarle. Ma partorendo anche un altro pensiero: tifoseria e dirigenza del Taranto, unite nella mortificazione, hanno trovato un obiettivo comune e un nuovo avversario: la giustizia sportiva, appunto. Chissà che non serva a ricompattare l'ambiente. Del resto, i primi sintomi di avvicinamento delle parti si intravedono già.