lunedì 2 agosto 2010

Brindisi, cambio al vertice. E la gente aspetta

Per i Barretta che vanno, un gruppo sostanzialmente sconosciuto (nessuno indaga a fondo e, se qualcuno l’ha fatto, tace: perché le ragioni stato comportano obblighi severi, talvolta) che arriva. Un gruppo formatosi sullo Jonio, pare: notizia buona per rischiare qualche allusione, per lasciar germogliare qualche indizio. Il Brindisi, però, cambia proprietà, identità, indirizzo: e questa è l’unica certezza. Una certezza che, al momento, sembra garantire la sopravvivenza. E un domani. Non il ripescaggio in terza serie: quello, ormai, si è dissolto nell'attesa. Ma, almeno, una C2 più che dignitosa. Se la natura della società è occultata dagli eventi, il presidente è tuttavia un viso conosciuto: è Vittorio Galigani, uno che, solitamente, rientra nel giro abbastanza in fretta. Proviene dalle fatiche di Potenza e rappresenta gente, si dice, abbastanza motivata. Come, del resto, lascerebbe pensare la veloce transazione con la famiglia Barretta: una transazione niente affatto indolore (ottocento mila euro, la contropartita). Galigani, peraltro, si muove sùbito: rintracciando un allenatore di sostanza, a lui legato da saldi vincoli di amicizia (Florimbj) e un po’ di gente per cominciare la preparazione (cognomi niente affatto male: come Cejas, ad esempio). L’approccio è giusto. Tonificato da un po’ di concetti pratici: chi vuole restare, cioè, deve approssimarsi alle esigenze del club. Ovvero, ridiscutere l’ingaggio. Nessuna stranezza: sono cose di questi tempi. Nel frattempo, l’ambiente osserva e rimane abbastanza tiepido. Attendendo i primi riscontri. Persino normale: dopo l’eperienza-Salucci, a Brindisi lo straniero è un sorvegliato speciale.