lunedì 30 agosto 2010

Grottaglie, vittoria e contestazione

Il primo atto della stagione è una vittoria. Di misura, dai contenuti non eccessivamente brillanti, ma sostanzialmente legittima: se non altro, in virtù di un possesso di palla più marcato e di un paio di raddoppi sciupati. Il Grottaglie assaggia la Coppa Italia e avanza, regolando sul terreno amico la Rossanese (uno a zero, decide l’acuto di Quaranta). Diciamola tutta: la squadra di Danza, largamente rinnovata nell’organico, spesso gestisce il pallone con scarsa lucidità, cercando il lancio lungo. E finendo, quindi, per sprecare diverse opportunità di gioco. Ma, oggi, è inutile pretendere troppo: dalla squadra e, in generale, dal campionato. Che non sarà, qualitativamente parlando, molto più godibile del precedente. Anche se è comprensibile attendersi, in prospettiva futura, un Ars et Labor più continuo e ancora più intenso. Fa pensare, piuttosto, quello che accade dopo il novantesimo: la contestazione di una frangia della tifoseria nei confronti del presidente Ciracì non promette proprio nulla di buono. E minaccia di destabilizzare nuovamente l’ambiente, già segnato in estate da polemiche corrosive. Difficile indovinare, adesso, cosa accadrà: ma la contestazione, in questo momento, appare inopportuna. Meglio ancora: inutile. Perché, piaccia o no, Ciracì è l’unica alternativa al nulla. In una città in cui, eclissatasi anche la figura di Settanni, non ci sono imprenditori disposti a investire nel pallone. A meno di future proposte: che, eventualmente, aspettiamo.