venerdì 6 agosto 2010

Chi scende, chi sale

Recessione significa anche fallimento. O più fallimenti. E, dietro a ogni fallimento, si accende la speranza altrui. Nel pallone, la speranza si chiama ripescaggio. E il ripescaggio è un vortice strano, un mercato semiclandestino, una lotteria regolata da qualche norma e, talvolta, da diverse convenienze. E’ la finestra da cui si riemerge, se la porta si è socchiusa. Questa volta, però, premia il calcio di Puglia. Quel calcio di Puglia che, però, solo qualche tempo prima, ha duramente pagato: perdendo dal palcoscenico nazionale il Gallipoli, il Monopoli e il Manfredonia. Lo sconforto di alcuni, allora, diventa la festa di altri. E si festeggia a Barletta (accesso in terza serie, seconda promozione a tavolino, ma quello che era stato perduto in passato è stato recuperato in tempi sostanzialmente ragionevoli: e per merito esclusivo, è giusto ricordarlo, della solidità economica del gruppo di comando del club, avveduto e sempre credibile). E si festeggia pure a Francavilla (il rientro in serie D, dopo la retrocessione cocente, è velocissimo: graduatorie di merito a parte, l’impressione è che i tradizionali buoni uffici di patron Distante con il Palazzo siano serviti a qualcosa). Non si festeggia, invece, a Trani (il doppio salto, riuscito a Pisa e Sanremese, sembrava sinceramente azzardato) e a Brindisi: e solo perché, in riva all’Adriatico, la confusione nata a ridosso delle pratiche di compravendita della società aveva bloccato l’iter burocratico nel momento meno opportuno. La catena, peraltro, non si interrompe: perché guadagnano un gradino altre realtà, seppur in ambito regionale. Dove, adesso, sgomiteranno i già citati Gallipoli (Promozione), Monopoli (Promozione) e Noicattaro (Promozione). Il calcio, quello vero, ha invece taciuto a lungo dalle parti di Manfredonia. Dove la gente che tifa non aveva dissimilato la propria delusione per la mancata iscrizione in serie D, peraltro accarezzata a lungo. Decodificando il veto del presidente federale Abete come un insulto o quasi. E archiviando il fatto come un’occasione persa. A torto: perché, l’iscrizione al campionato di Eccellenza è arrivata (anzi, sta arrivando) solo in queste ore. E un motivo, al di là dei facili ottimismi, ci sarà pure. Certo, il ripesaggio è una pratica semiclandestina, è un vortice strano, una lotteria di inizio stagione: ma lo spazio per inventarsi qualcosa dal nulla si riduce. Sempre di più, per tutti.