martedì 26 aprile 2011

Foggia, rincorsa spezzata

Il bilancio si sviluppa a maggio, più o meno per tutti. Ma qualche conto si regola ad aprile. Il Foggia, per esempio, sembra già aver risolto tutti i suoi dubbi: resterà in terza serie. I playoff si allontano definitivamente: sei punti dal quinto posto, a questo punto del campionato, sono ragionevolmente tanti. Anche se non ci giureremmo completamente: perché la formazione di Zeman sa riciclarsi alla stessa velocità con cui brucia il proprio patrimonio di idee e di punti. E poi perché, malgrado la vittoria grassa ottenuta sulla Cavese proprio sabato scorso, l’Atletico Roma appare un collettivo un po’ usurato. Chissà, allora. L’ultimo turno di campionato, però, sembra aver spento le legittime ambizioni daune: allo Zaccheria arriva la capolista Nocerina, che in coda ad un match aspro, anche e soprattutto fuori dal campo, dopo il novantesimo, vince partita e campionato, riassaporando il gusto della serie B, dopo trent’anni e anche qualcosa di più. Ancora una volta, peraltro, il Foggia si sente defraudato, danneggiato dalla direzione di gara. Molti episodi non convincono. E non piace l’atteggiamento della Nocerina, accusata di arrendevolezza contro la Juve Stabia e il Taranto e, invece, molto motivata contro Sau e compagni. Particolari da cui spuntano polemiche feroci, immediate (il presidente Casillo e il coach campano Auteri si scambiano accuse roventi e qualche altra cosa) e poi strascinate nel corso della settimana che segue. Infine, ecco Zeman: il boemo lascia intendere che la causa dell’astio dei poteri forti verso il club e la squadra sia proprio lui. Come dimenticare, del resto, la crociata del tecnico di Praga contro il sistema calcio, neppure troppi anni fa. Da queste colonne, tuttavia, avevamo previsto tutto, prima del campionato. E, non a caso, avevamo ventilato la possibilità della costruzione di un alibi facile sugli eventuali infortuni di un collettivo giovane e inesperto: che, per inciso, ha dato tutto e, probabilmente, pure qualcosa di più. Sette mesi dopo, l’ipotesi si è puntualmente avverata. La gente, però, sembra aver interamente assorbito e fatta propria quella che era una neanche tanto flebile e sotterranea sensazione, più o meno condivisa da tutti. E questo, alla fine, rischia di diventare un problema nel problema.