giovedì 7 aprile 2011

Ma il controllore serve davvero?

La regular season del campionato di Eccelenza pugliese si esaurisce qui. Neppure a metà aprile, in coda ad una corsa sfrenata. Per risparmiare sui costi di gestione, innanzi tutto: un mese di spese è pur sempre un mese di spese. Ma il campionato continua: perché nulla è deciso. Né sul fondo (adesso ci sono i playout: protagonisti Sogliano, Manfredonia, Lucera e Castellana), né nei quartieri alti (Martina e Cerignola spareggiano domenica prossima per la serie D, sul neutro di Bitonto). Ovviamente, poi, ci sono anche i playoff (concorrono la perdente dello spareggio, Bisceglie, Locorotondo e Terlizzi). Playoff che, però, si aprono a maggio (perché attendere così tanto? Non è un controsenso? Il mese guadagnato è già perso: almeno per chi resta a battagliare). Ma così è. Stagione densa, tirata. In cui, comunque vada, non vincerà il migliore: ma chi, alla fine, avrà sbagliato di meno. Basti pensare al Martina (nove sconfitte in trentaquattro gare: troppe, per una capolista), al Cerignola (sconfitto sette volte) e ai match point puntualmente sprecati da una e dall’altra, in situazioni diverse. Sette mesi di livello tecnico mediamente soddisfacente e di attese tradite (a Fasano come a Bisceglie, a Copertino come a Racale, a Monopoli come a Manduria). Torneo spesso inacidito da polemiche: perché sono tante le società di blasone, affamate. E perché il sottobosco del torneo si sta imbruttendo sempre di più, anno dopo anno. Campionato ruvido: dove il Monopoli si lamenta del trattamento ricevuto a Terlizzi. Dove il Terlizzi, ma anche il San Paolo, il Castellana e molte altre, contestano l’accoglienza conosciuta a Cerignola. E dove il Cerignola si lamenta delle attenzioni subite a Maruggio. Tanto per citare qualche esempio, utile a capire l’atmosfera di certe situazioni: ma la lista delle incomprensioni è più lunga. Molto più lunga. Molte settimane, cioè, vissute pericolosamente. Da un punto all’altro della regione. Segnate, diverse volte, da misure restrittive (trasferte vietate ai tifosi, partite a porte chiuse): quando copiare dal calcio dei grandi significa esagerare. Qualsiasi sia l’angolo di osservazione. E, nelle battute finali, molti appuntamenti blindati: dalle forze dell’ordine e dai commissari di campo. Chiesti, pretesi o consigliati dal buon senso e dall’eccessivo calore (diciamo così) di certe piazze. Commissari di campo che, per i club, costituiscono una spesa in più, praticamente obbligata: e che, magari, arrivano pure in ritardo per vedere e annotare. E che, quando arrivano puntuali, non vigilano abbastanza. Sentite l’ultima: il Martina, che si gioca a Vieste il primato, prima dell’inizio del match trova sul campo un dirigente del Cerignola, avversario diretto per la promozione, che sprona i padroni di casa. Il personaggio è addirittura squalificato e la società ospitata si rinzela: giustamente. Domanda: il controllore, a questo punto, serve davvero?