mercoledì 6 aprile 2011

Il Grottaglie torna a sorridere

La notizia è ghiotta: il Grottaglie, in casa, sa anche vincere. Accade dopo mesi lunghi e duri. E a pagare è l’Ischia, formazione meno dimessa di quanto si potesse pensare e, comunque, non sufficientemente pungolata dalla classifica a resistere sino in fondo. L’avversario rimedia la prima volta, non la seconda: e l’Ars et Labor recupera una gara cominciata discretamente (l’approccio è meno tenero di altre occasioni), sbloccata e poi temporaneamente compromessa. La caratura complessiva dei campani (che, oltre tutto, non si arroccano) agevola il compito, ma è indubbio che la formazione di Pizzonia gode di due situazioni favorevoli: una circolazione di palla più fluida (a tratti, anche più fantasiosa) e una dose di carattere finalmente convincente. Niente di più, niente di meno. E niente di nuovo. Del resto, è quello che si chiede ad una squadra che deve salvarsi. E che non può più attendere: né gli altri, né se stessa. Per l’occasione, il Grottaglie ritrova la quantità di Salvestroni e Arcadio e qualche automatismo in più. Condizione essenziale per cercare di sopravvivere: proprio adesso che tutte le concorrenti dirette collezionano punti. Ecco, la sopravvivenza: il gruppo, una vota inghiottito dal vortice, sembra aver capito quello che serve. Arrivandoci in ritardo, ma arrivandoci. Questo, però, è un dato che ristagna spesso, nella storia del Grottaglie: rilassato e distaccato quando il pericolo è vagamente lontano; più concentrato e attento nei momenti del massimo bisogno. Come questo, appunto. L’augurio, allora, è che la sete e l’urgenza possano rimediare a certe recenti esitazioni. Anche se sfidare con incoscienza il rischio non è mai la migliore delle soluzioni: perché, prima o poi, si paga tutto. E a costi d’inflazione.