giovedì 14 aprile 2011

Questione di feeling. Finito

Inviso alla piazza, per vecchie faccende. Ma ugualmente imposto: come guida tecnica del Taranto, per una fetta della scorsa stagione. E come collaboratore principale di Davide Dionigi, dopo il defenestramento di Brucato. Apprezzatissimo, invece, dal suo datore di lavoro, il presidente D’Addario: che l’ha difeso e protetto, per mesi. Affidandogli, nel frattempo, la cura del settore giovanile. Francesco Passiatore, allenatore rampante, è esautorato dal proprio compito. Improvvisamente o quasi. La notizia squarcia la città che ama il pallone: impensabile, altrove. Proprio perché Passiatore è soltanto un collaboratore. E incuriosisce pure la motivazione, per niente svelata. Magari, la novità nervirà a cementare il rapporto tra l’ambiente e il club: un rapporto che, lentamente, sta recuperando un po’ di saldezza. Eppure, non è il feeling tra la società e la gente il motivo della rottura. C’è dell’altro: conflitti sotterranei, diciamo così. Ma poco importa, alla fine. Il nuovo capitolo della storia del Taranto, piuttosto, ci spiega una volta di più quanto, soprattutto all’interno di un’azienda calcistica strutturata rigidamente, gli equilibri possano cambiare repentinamente, drasticamente. E di quanto il concetto di certezza sia labile e in bilico. Però, se Passiatore ha sbagliato, l’atteggiamento della proprietà è corretto. Del resto, nessuno è immortale. E niente è per sempre. Per una volta tanto, poi, la tifoseria avvallerrà. Festeggiando.