giovedì 12 maggio 2011

Bari, ostacoli alti

A campionato sprecato, il Bari annusa il futuro. E, per il momento, inciampa sugli ostacoli. Il primo: la cordata interessata al rilevamento (parziale, totale ?) delle quote azionarie della famiglia Matarrese si è spaccato. E, poi, praticamente dissolto. Tutto, cioè, è come prima: immerso in una nuvola di parole e speranze. Non c’è più chi compra: al di là delle motivazioni ufficiose e ufficiali, la distanza tra offerta e richiesta è sensibile. E, oltre tutto, anche certi entusiasmi possono cedere, di fronte alla realtà. Il secondo: undici pedine dell’organico a disposizione di Mutti si autoriducono parte dell’ingaggio (quello non ancora percepito), spalmandolo nel tempo: tre anni. Venendo incontro ad una precisa esigenza della società, che risparmia un paio di milioni di euro. Ma, soprattutto, dimostrando disponibilità e cortesia. Perché di cortesia si tratta. Gli altri tredici, però, non si piegano. Legittimamente: anche se la retrocessione irrita la tifoseria, che interrompe l'allenamento infrasettimanale e schiaffeggia Belmonte. Il Bari, allora, dovrà versare quello che ha pattuito. E anche presto: perché la prossima stagione si prepara adesso. E perché adesso si riordinano le carte. Il pericolo è tangibile: penalizzazione, si chiama. Da scontarsi, ovviamente, nel prossimo campionato. Se, come ci auguriamo, comincerà regolarmente. E sì, perché nessuno avrebbe mai immaginato un quadro complessivamente molto più fosco di quello che era stato delineato. La situazione è molto più grave di quello che sembrasse. Nessuno se n’era accorto. E nessuno l’aveva lasciato intendere, prima di aprile. Adesso, poco a poco, l’opinione pubblica si affaccia sul burrone. E il fosso si amplia. Tante volte è andata così, lontano dall’Adriatico. E tante volte è finita male. Molto male. Bari si scopre improvvisamente vulnerabile. Anzi, già attaccata dal morbo. E il terreno comincia a scottare. La calda estate è già inaugurata.