venerdì 20 maggio 2011

Salvezza e smobilitazione: i giorni del Grottaglie

Due gol del Grottaglie, tutti assieme, sono quasi un’eccezione. Una festa. E festa è, alla fine. Lo spareggio di Rossano sancisce la salvezza della formazione di Pizzonia, finalmente convinta di poter raggiungere l’obiettivo. Meno timorosa di altre volte. E, per questo, più auterevole, fluida. Il Sant’Antonio Abate si piega e viaggia verso i playout, un campionato dopo il campionato. L’Ars et Labor, invece, archivia un'altra stagione sudata. La gioventù diffusa del suo organico ottiene (con fatica) il passaporto per una nuova avventura in quinta serie, che tuttavia nasce sùbito zoppa. Il presidente Ciracì, immediatamente dopo il novantesimo, detta la sua felicità contenuta per la permanenza maturata alla trentacinquesima partita e la propria amarezza concentrata in un’esperienza globalmente sofferta. Confessando che il suo ciclo al vertice del club è finito. Con non poche ammaccature morali, lascia capire. La corsa alla successione è ufficialmente aperta. Un’altra volta. Ma, ora, la sincerità (e gli obiettivi) del numero uno grottagliese appaiono assolutamente limpidi. Il tempo, probabilmente, è scaduto: da qualsiasi angolazione si osservi la questione. Ciracì, certo, talvolta ha sbagliato. Scegliendo male qualche nome o cognome, magari: anche perché spesso costretto ad operare sotto pressione, provato da critiche e accuse. Molte delle quali pretestuose. Una per tutte: essere un grottagliese che vive fuori porta, dunque un estraneo. E, dunque, finendo per scontare una demotivazione di fondo. Ha sbagliato e pagato, il presidente: addossandosi, ad un certo punto, anche le cointroindicazioni della querelle condivisa con Settanni, l’ex patron della società. Provando, per la verità, a recuperare sempre. Onorando tutti gli impegni: con puntualità. Portando per mano il calcio grottagliese attraverso tre campionati. E depositandolo esattamente dove l’aveva trovato: cioè, in serie D. Che è la categoria di pertinenza della città: ma che la città non deve mai dimenticare di difendere, anno per anno. Il presidente, allora, questa volta sembra davvero convinto ad abdicare. E oggi pensiamo che lo farà davvero. Se così sarà, però, da ora in avanti toccherà ai grottagliesi: a quelli residenti. Con i fatti. E non solo con le parole.