domenica 29 maggio 2011

Il Martina riparte presto

I primi passi in quinta serie sono decisi. Il Martina, recuperata la visibilità nazionale (interregionale, più che altro, ma è già qualcosa), non perde tempo. L’organigramma societario è immediatamente ritoccato: per un vicepresidente (esecutivo: Notaristefani) che va, ce n’è un altro che arriva. Con portafoglio, un po’ di idee, entusiasmo ed allenatore. Adriano Favia, imprenditore giovanissimo, lascia Bari e il San Paolo in Eccellenza, trascinando con sè coach Francesco Bitetto, un emergente che ha abbandonato il calcio giocato da poco per dedicarsi alla panchina. E con risultati più che discreti, se vivisezioniamo il cammino della seconda formazione del capoluogo adriatico nell’ultima stagione. Contemporaneamente, s’interrompe il rapporto tra il club della Valle d’Itria e Mino Francioso, il tecnico della promozione. Che conferma la peculiarità di non proseguire il lavoro per la società con cui ha ottenuto il salto di categoria: accadde lo stesso a Brindisi e a Francavilla. Divorzio, peraltro, abbondantemente inserito in preventivo dagli addetti ai lavori, immediatamente dopo lo spareggio di Bitonto con il Cerignola. Disegni chiari, dunque. E promesse rilanciate: il Martina non si sottrarrà alla lotta per il primato, anche nella prossima stagione. La piazza, del resto, non lo permetterebbe. E poi il rilancio del calcio martinese sembra diventato una questione di orgoglio, per il presidente Muschio Schiavone e il suo plotone di soci e di sponsor. Oltre tutto, competere nei quartieri alti della serie D non è affatto più difficile (nè molto più dispendioso) che imporsi nella premier league regionale: provare per credere. L’ingresso di Favia, infine, è un segnale preciso. Che presuppone un adattamento veloce alla nuova realtà: utile ad abbattere il gap e a procurarsi il materiale umano più indicato per la nuova categoria, anticipando la concorrenza. Un ripescaggio in C2, sulle orme della Sanremese (dall’Eccellenza ai professionisti senza transitare per il torneo intermedio, appena dieci mesi addietro), non è più ipotizzabile: allora, meglio non confondersi e guardare dritti alla realtà. Il tempo è prezioso e il progetto sempre più ambizioso. E’ già il momento di cominciare a confrontarsi con responsabilità vistose. E, soprattutto, non è più consentito tirarsi indietro. Si parte: per approdare.