venerdì 11 novembre 2011

Emerge la solidità del Casarano

Sostanzialmente, il campionato (meglio, il girone appulocampano) di serie D attende chi si è attardato: la Turris, la Casertana e il Martina. Magari anche il Brindisi, che (se le lotte intestine al club dovessero risolversi) potrebbe rivedere il roster e correggersi a dicembre. Di certo, non fugge il Francavilla, non sprinta il Nardò e non incanta neppure l'Ischia. Sono tutte lì, nel breve spazio di pochi punti. E manca un leader forte, autorevole. Tanto da autorizzare a sperare persino chi non è partito per imporsi. Un nome per tutti, il Casarano. Spinto, in questo momento, da otto risultati positivi di sèguito e dal pareggio prezioso e lusinghiero di Ischia, dove la gente di Fabrizio Caracciolo ha approcciato la sfida con sufficiente autorevolezza, dimostrando sul campo di poter reggere il discorso con le avversarie più aristocratiche. Nessuno, adesso, si spende troppo per suffragare gli eventuali appetiti della formazione salentina: probabilmente, neanche la stessa tifoseria, consapevole delle consegne impartite dal club e dal basso profilo dettato dalla prudenza con cui la Virtus ha affrontato la stagione. Tuttavia, la compattezza di fondo che lega il collettivo rossazzurro (soli tre punti dalla seconda piazza, cinque dalla vetta) sembra consigliare alla concorrenza di non sottovalutare Villa e soci. Una squadra, cioè, che segna meno di altre e che, comunque, subisce poco (cinque gol, miglior difesa del raggruppamento). E che può sempre appoggiarsi a gente di buon bagaglio calcistico e di esperienze vissute (Sportillo, Galdean, Calabro, Zaminga, Alessandrì, lo stesso Villa, l'attualmente infortunato Rosciglione, il brasiliano Aragão). Non ci nascondiamo: non scommetteremmo grosse cifre sul Casarano. Se non altro, perchè - in fondo, verso il traguardo - emergeranno i valori altrui. Ma, se a Tricase (domenica, in campo neutro), la Virtus dovesse regolare il Campania, formazione ordinata e discretamente carrozzata, allora necessiterà prendere atto di una realtà che pulsa, che si arrampica, che cresce. E che, di fatto, contribuisce a intorbidire la chiarezza di un torneo in attesa di decollo.