domenica 27 novembre 2011

Lecce ultimo, Di Francesco resta: vantaggi e pericoli

Il Lecce perde la partita che va assolutamente vinta. Perchè, ultimamente, sono poche le soddisfazioni che allietano la casa giallorossa. L'erba di via del Mare diventa sempre più nemica: perchè piove l'ennesimo referto negativo. Che neanche fa più notizia. E' l'argentino Catania di Montella a godere, questa volta. Proprio mentre la gente di Di Franceco comincia a pregustare il sapore indefinibile di un pareggio che non risolve i guai e non li allevia neppure, ma che almeno alimenta la classifica. Il sigillo di Barrientos arriva a giochi quasi chiusi: impossibile riparare al danno, a quel punto. E inutile cercare nuove attenuanti. Soprattutto perchè, neanche ventiquattr'ore dopo, il Cesena supera il Genoa e scavalca i salentini, adesso ultimi e affranti. In questi casi, altrove, la ricetta è scontata: e a pagare, per primo, è il responsabile tecnico. Così, in ques'angolo di Puglia, invece non è: la società continua a blindare il coach. E lo fa sapere velocemente, senza troppo pensarci sopra. Bel gesto: che si ripromette di cementare il gruppo e i rapporti. Che prova a impermeabilizzare la squadra dalle sventure e dalle critiche. Che offre un'altra porzione di tempo a Di Francesco: obbligato a comprendere definitivamente i disagi di sempre e a porre finalmente i rimedi. E che si sforza di non drammatizzare il momento. E che, così come dodici mesi addietro, ai tempi della gestione Di Canio, responsabilizza maggiormente il collettivo, sollevando contemporaneamente (ma solo appena) i vertici del club. L'esonero, cioè, avrebbe bocciato definitivamente il progetto societario, che non sembra reggere alla concorrenza della serie A. E sottoporre al tecnico una nuova chance significa distribuire un'altra possibilità ai responsabili di una programmazione che, però, adesso non può assolutamente prescindere da un rafforzamento tecnico nel prossimo mercato invernale. Perchè ogni scelta possiede qualche vantaggio e, di contro, molti pericoli.