lunedì 7 novembre 2011

I gol che spengono i dubbi. Per ora

Due esperienze in trasferta, di fila. E due sconfitte. Per sentirsi sminuiti e tristi. Per bruciare qualche sicurezza, per accettare i termini di un'involuzione strisciante e per minare il rapporto di fiducia tra ambiente e squadra. Prima a Marano (casa dell'Internapoli) e poi a Francavilla sul Sinni, il Martina si è inceppato, naufragando. Attirando verso di sè soluzioni drastiche (silenzio stampa di un mese imposto dai vertici del club) e preparandosi ad eventuali provvedimenti futuri (allenatore sotto osservazione, big immersi nella prospettiva di un taglio o di una riduzione dell'ingaggio). Il ritorno a casa, di fronte al modesto Cristofaro di Oppido, diventa così una questione densa di ansia e di interrogativi: da soddisfare. In un'atmosfera riscaldata dai dubbi. Però, sul campo, quando la formazione di Bitetto trova un avversario che la lascia esprimere con scioltezza, fallisce difficilmente. Soprattutto se lo sparring partner è manifestamente tenero, debole. Come, appunto, la formazione lucana: magari dispiegata sull'erba con ordine, ma impalpabile. E destinata ad affondare, con lucida naturalezza. A mezz'ora dal calcio d'inizio, è già tre a zero: finirà con cinque gol di scarto. Questa volta, poi, non c'è neppure bisogno di concedersi il rombo, per recuperare la manovra e il gol. Chiesa è sempre là, a sinistra, un po' avulso dal gioco: dove si affaccia appena si accentra: ma è sufficiente che De Tommaso indovini due calci d'angolo (Gambuzza e Pignalosa monetizzano nel modo migliore). Quindi, diventa tutto troppo facile. Come facile è, adesso, cadere nella tentazione di credere che i recenti disguidi, tutti i disguidi, siano stati assorbiti e che certe incongruenze comportamentali siano state definitivamente sconfitte. La pioggia di segnature, disseminate qua e là sul percorso, non possono - del resto - lenire certe ferite, che la società e l'ambiente, attratte dall'unico obiettivo della promozione, non nascondono di soffrire. A Torre del Greco, la prossima domenica, conterà l'atteggiamento, prima di tutto. E poi l'abilità di arrampicarsi sulla partita, senza appoggiarsi ai limiti della controparte. Cioè, di una squadra (la Turris) che sembra essere mentalmente entrata nelle coordinate del torneo. In ritardo, ma ancora in tempo.