giovedì 24 novembre 2011

Penalizzazione e trasparenza

La penalizzazione, in terza serie, arriva per chiunque, prima o poi. E' una maledizione ad orologeria. Questa volta, tocca di nuovo al Taranto, secondo in classifica a due lunghezze dalla Ternana. Non per la malastoria del calcioscommesse (un punto, già psicologicamente assorbito), ma per inadempienze economiche. Eppure non l'avrebbe ipotizzato nessuno, neppure molto tempo fa: il club di via Martellotta, anzi, era unanimemente considerato virtuoso. Tra i pochi, nel pianeta della Lega Pro. Invece, notizia di queste ore, non sarebbero stati saldati alcuni impegni per il trimestre che va da luglio ad settembre. Peraltro, un dubbio (o un sospetto) circolava da tempo: malgrado patron D'Addario avesse ufficiosamente depotenziato certi sussurri. Il fatto germoglia alla luce del lavoro di intelligence, diciamo così, della stampa: e il Taranto, adesso, non può più nascondersi. Il vertice dirigenziale spiegherà a breve: ma il danno (uno o, molto più facilmente, due punti di penalità sono già assicurati, anche se pioveranno più in là nel tempo). Del resto, abbiamo detto altre volte che il momento è difficile: per tutti. Pure per l'imprenditoria più solida. E il sodalizio jonico non merita, per questo, accuse strumentali o censure eccessivamente acide. La società, però, ha nascosto il disagio, anche a termini scaduti. Smentendo il problema, cioè, persino pochi giorni addietro, anche a penalizzazione già guadagnata. Appartandosi in un mondo tutto proprio, esattamente come in altre situazioni passate. E' questo che non piace, che non conviince. La gente che tifa, probabilmente, avrebbe gradito trasparenza. Un messaggio semplice e chiaro. E avrebbe capito meglio. Matarrese e il Bari insegnano.